ultimo aggiornamento: 15 Marzo 2018 alle 13:03
l’unità motoria
Secondo la definizione di Charles Sherrington, postulata nel 1925, è l’associazione tra un motoneurone e tutte le fibre muscolari da esso innervate: in dettaglio l’unità motoria è costituita dal soma del motoneurone, situato nel midollo spinale, col suo pirenoforo; dall’assone, che con altre fibre nervose, in fasci, costituisce i nervi periferici; dalle fibre muscolari innervate dallo stesso e dalla giunzione neuromuscolare (placca neuromotrice), che attiva la contrazione muscolare, a seguito dell’impulso nervoso.
Ogni fibrocellula dell’unità motoria è dotata di una sola placca motrice (giunzione neuromuscolare, tra il nervo e la fibra), il che esclude l’interazione reciproca delle unità motorie; da ciò consegue che, allo stimolo di un motoneurone corrisponde una contrazione simultanea di tutte le fibre da esso innervato, l’unità motoria è la quantità minima di tessuto muscolare che il sistema nervoso può controllare, ovvero l’unità funzionale del movimento: l’entità elementare e non ulteriormente suddivisibile, che costituisce l’unità minima dei sistemi motori alla base dell’azione, rappresenta l’essenza dell’atto minimale, del gesto infinitesimale che il nostro sistema nervoso può concretizzare. Dal punto di vista fisiologico l’unità motoria può essere definita come il “quantum” funzionale minimo dell’apparato neuromuscolare: fibre muscolari appartenenti a una medesima unità si contraggono in maniera sincrona, secondo la legge del “tutto o nulla”.
Un motoneurone può controllare differenti quantità di fibre muscolari: all’aumentare delle esigenze di controllo del movimento, diminuiscono il numero di fibre presenti nell’unità motoria (e si incrementa la quantità di sensori recettoriali, quali i fusi muscolari, per grammo di muscolo); minore è il numero di fibre presenti nell’unità motoria, maggiore è la delicatezza e precisione nel movimento.
Le unità motorie non si contraggono simultaneamente, ma agiscono in maniera asincrona, per prevenire il fenomeno di affaticamento e garantire l’erogazione contrattile nel tempo. L’unità motoria rappresenta la parte effettrice dell’arco diastaltico.