lombalgia,
mal di schiena, sciatica:
malattie o sintomi?

ultimo aggiornamento: 19 Luglio 2017 alle 14:20

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che cosa crea il mal di schiena?

La maggioranza delle persone che soffre saltuariamente di mal di schiena tende a considerare la lombalgia come un fenomeno isolato e “casuale” od una patologia, una malattia a se stante. Anche chi presenta scoliosi, cifosi, gibbosità, mal di schiena, lombaggine, sciatica, rigidità della colonna, dolori mestruali, difficilmente riesce a comprendere che questo misterioso disturbo è l’espressione del fallimento dei “sistemi di compensazione corporei”: in altre parole, tutti quegli atteggiamenti posturali che il corpo è in grado di assumere automaticamente (quindi senza che ci sia consapevolezza) nel caso in cui in una sua qualsiasi area insorga uno squilibrio funzionale.

Innanzi tutto non si può pensare che ci sia un’unica causa ma, come spesso accade in questo tipo di disturbi, più di un fattore viene coinvolto; molto spesso ha origine da una costellazione di concause che si alimentano vicendevolmente. La ricerca di una lesione a livello della colonna vertebrale, una lesione organica, è illusoria in quanto molti di questi disturbi sono presenti senza che esistano ernie o alterazioni specifiche. Da sempre la Medicina, e con essa il paziente, ha cercato una lesione specifica, un danno, una noxa cui ascrivere la causa di una malattia o di un disturbo e, attraverso l’identificazione di questo elemento “patologico”, una tecnica od una cura che potesse “eliminare” il colpevole per ridare al paziente la salute.

Purtroppo anche in presenza di una lesione specifica, di un’alterazione, non è possibile correlare l’intensità del dolore con la gravità della lesione. Lo sanno bene quelle persone operate di ernia discale che non vedono ridursi la sintomatologia dolorosa neppure dopo l’intervento chirurgico, o quelle persone che ad un esame radiologico scoprono di avere alterazioni alla colonna vertebrale o ernie, senza mai aver avuto il minimo sintomo. Possiamo sostenere che il mal di schiena sia, il più delle volte, una “patologia disfunzionale” legata cioè non tanto a “danni irreversibili” nelle strutture, ma a squilibri del funzionamento dell’insieme-corpo. Per capire meglio questo concetto possiamo immaginare di osservare un normalissimo palloncino gonfiabile pieno d’aria: se esercitiamo una pressione su un punto qualunque della superficie, noteremo che la zona circostante al punto di appoggio si tenderà progressivamente ripartendo la tensione su una superficie più ampia.

Allo stesso modo, quando una noxa (cioè un elemento che causi un’alterazione) sia essa di tipo muscolo/scheletrica, connettivale, biochimica, neurologica, emotiva o circolatoria “aggredisce il sistema corpo”, il corpo stesso, grazie alla propria capacità di compensazione, cerca di ripartire l’effetto nocivo su superfici o in zone più ampie. Nasce, cioè, il tentativo dell’insieme corpo/mente di “diluire” il problema locale, di creare tridimensionalmente una disposizione diversa degli strati tessutali adiacenti all’area che ha subito l’alterazione, al fine di ottenere un effetto antalgico sulla zona interessata, cioè di ridurre la tensione ed il dolore. Significa per l’uomo continuare a svolgere le proprie attività quotidiane senza “intoppi”.

francesco gandolfi

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→ ipertono muscolare e mal di schiena (pagina 5)
→ fattori scatenati ÷ fattori di rischio (pagina 6)

risorse:
→ Lombalgia, mal di schiena, sciatica: malattie o sintomi?
in quest’articolo è possibile ottenere maggiori informazioni riguardo una patologia potenzialmente responsabile dell’insorgenza di disturbi lombo-sacrali.
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