lombalgia,
mal di schiena, sciatica:
malattie o sintomi?

ultimo aggiornamento: 19 Luglio 2017 alle 14:20

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ipertono muscolare e mal di schiena

L’alternarsi di movimento e riposo, l’equilibrio e l’attività di tutti i gruppi muscolari sono fattori fondamentali non solo per il buon funzionamento della schiena, ma anche per la prevenzione di disturbi degenerativi. Quando un muscolo (o un gruppo di muscoli che agiscono sinergicamente) diventa ipertonico, cioè funziona in eccesso, il corpo cerca di compensare questa sua azione con un aumento della tensione muscolare dei suoi antagonisti, per cercare di mantenere l’equilibrio, anche a scapito dell’economicità: l’affaticamento e la tensione possono divenire fattori scatenanti per la produzione di dolore, di un indicatore che ci avvisi, cioè, che il sistema rischia di essere danneggiato. La rimozione del dolore senza la rimozione delle cause diventa pertanto uno dei fattori generanti e favorenti la degenerazione. 

Dobbiamo ricordare che i muscoli agiscono come molle di richiamo per mantenere le ossa nella corretta posizione per favorire un buon funzionamento articolare: quando un muscolo, per qualunque ragione aumenta la sua tensione, il corpo deve ad ogni costo cercare di recuperare la propria posizione anche se questo comporta dei potenziali danni nel lungo periodo.

La mancanza di rilassamento muscolare in un distretto corporeo genera, attraverso un’alterazione della biochimica locale, fenomeni di atrofia del muscolo e formazione di tessuto connettivale: questo tipo di tessuto è più economico da un punto di vista funzionale, del tessuto muscolare, in quanto è più resistente. In certi casi si può osservare un’ossificazione del tessuto fibroso, dovuta alla precipitazione di sali di calcio conseguente alla alterazione della biochimica tissutale. La formazione di calcificazioni o becchi osteofitici a livello della colonna vertebrale sono soltanto il tentativo di rendere meno “costoso”, in termini energetici, un problema di tensione in atto da anni.

Pensiamo ad esempio ad un muscolo quale il diaframma: se diventa ipertonico la sua azione si eserciterà provocando da un lato lo spostamento delle vertebre lombari (azione lordotizzante), dall’altro, grazie ai legamenti che lo pongono in relazione col collo, un’azione di “arrotolamento” di tutto il corpo.

Logicamente il sistema nervoso cercherà di compensare questo movimento attivando i muscoli paravertebrale della schiena e il quadrato dei lombi, per ridurre la lordosi, e di attivare la muscolatura posteriore del collo per evitare l’inclinazione del capo in avanti. Se l’azione è momentanea e la causa che ha scatenato la contrazione diaframmatica viene rimossa, il corpo riacquista la sua flessibilità a livello lombare, viceversa il perdurare della situazione può provocare una serie di atteggiamenti di compenso con conseguente aumento della compressione sulle vertebre lombari e sui dischi intervertebrali: questi ultimi, non potendo più reidratarsi, perdono la loro elasticità e possono andare incontro a degenerazione compromettendo la flessibilità e l’elasticità della zona. rappresentazione della compressione erniaria a livello vertebraleL’azione lordotizzante viene compensata, nel tentativo di raddrizzamento, da parte della muscolatura della schiena: la risultante può essere quella di una sublussazione (di uno spostamento, cioè, delle vertebre rispetto al loro asse specifico) e la tendenza all’erniazione discale, anche grazia alla tendenza alla orizzontalizzazione del sacro , soprattutto a livello di L4/L5 – L5/S1, con conseguente “abbassamento” dell’altezza vertebrale fra zona toracica e sacrale.

Ovviamente questo vuole essere soltanto un esempio, ma rite­niamo sia sufficientemente e esplicativo di come possono ge­nerarsi fenomeni complessi responsabili dello sviluppo del mal di schiena. Discorso similare può essere altri meccanismi coin­volti nella postura, nella deambulazione o in tutti quei delicati equilibri che coinvolgono il corpo nella sua totalità.

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