ultimo aggiornamento: 12 Aprile 2017 alle 23:29
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come si sviluppano le allergie?
Di sicuro interesse è l’affermazione di Irun Cohen, immunologo del Weitzman Institute of Science, Israele, che sostiene che “il sistema immunitario impara dall’esperienza, se non impara in modo corretto, si sviluppa in modo squilibrato”.
Le caratteristiche genetiche sono molto importanti nel condizionare la risposta immunitaria nei confronti degli allergeni: è noto che quando entrambi i genitori presentano uno stato atopico, le manifestazioni allergiche sono estremamente frequenti nei figli. Molta importanza è stata attribuita all’esistenza nei soggetti atopici di una possibile alterazione dei geni che regolano i linfociti T, ma appare comunque evidente che le malattie allergiche rappresentano sempre il risultato dell’interazione fra le alterazioni multigeniche e differenti fattori esogeni ed endogeni.
Il ruolo concomitante dei fattori ambientali nello sviluppo delle malattie atopiche e, soprattutto, nell’incremento della loro prevalenza nelle comunità con stile di vita occidentale ha indotto a formulare alcune ipotesi tra le quali la cosiddetta ipotesi igienica.
In un certo senso possiamo dire che le allergie, per l’uomo, non sono iniziate quando siamo entrati nel paradiso terrestre, ma quando ne siamo usciti: da quando il miglioramento delle condizioni igieniche e sociali, cioè, ha ridotto il contatto con la natura fin dalla primissima infanzia. L’aumento delle manifestazioni asmatiche e le allergie respiratorie aumenta a ritmi notevolissimi, soprattutto nei paesi cosiddetti sviluppati e fortemente industrializzati.
Questa relazione fra una “eccessiva pulizia” e le malattie allergiche non vuole invitare le persone a gettare il sapone, ma semplicemente a considerare che il contatto con la natura svolge un’importante azione educativa per il nostro sistema immunitario.
Infatti, come può distinguere il corpo fra ciò che gli è proprio, le proteine da cui è costituito, e ciò che è esterno al corpo? Come impara a distinguere ciò che si può rivelare una minaccia per l’organismo e ciò che invece è innocuo?
Sicuramente interessanti sono gli studi di un gruppo di ricercatori americani del Jewish Medical and Research Center di Denver, che affermano che l’esposizione in età precoce alle endotossine batteriche, le proteine di rivestimento dei batteri, presenti nella polvere di casa, svolge un’azione “educativa” sul sistema immunitario prevenendo la formazione di allergie ed asma durante la crescita.
Il sistema immunitario è l’espressione della attività di milioni di globuli bianchi che attaccano ed uccidono o distruggono le sostanze estranee potenzialmente dannose per il nostro organismo: questa attività viene fortemente coordinata ed integrata. I linfociti T, coordinano questa azione, essendo in grado di discriminare ciò che è “self” da ciò che è estraneo.
Esistono differenti famiglie di linfociti T: alcuni agiscono come trasmettitori in grado di inviare segnali che attivano o disattivano l’azione di altre cellule del sistema immunitario; altri sono capaci di uccidere cellule infettate da virus. In un certo senso, possiamo definire l’allergia come una malattia, dovuta ad un “incompleto” sviluppo dei linfociti T.
Alla nascita il sistema immunitario fa affidamento sui linfociti T per bloccare l’azione patogena di germi potenzialmente dannosi, prevenendo soprattutto la possibilità che tali germi penetrino nelle nostre cellule, generando una serie di risposte immunitarie che possono portare anche ad una risposta allergica nei confronti di proteine estranee al nostro corpo.
Più tardi, nel corso della nostra vita, la risposta immunitaria si modifica, sviluppando la capacità di attaccare le cellule anche dopo la loro eventuale infezione: la tipologia di risposta dipende dall’esperienza del sistema immunitario, che deriva da un’esposizione alle sostanze estranee all’organismo in momenti appropriati dello sviluppo del sistema immunitario stesso. Se non ha ricevuto gli stimoli appropriati, potrebbe non essere in grado di
dare le risposte giuste. Il dottor Irun Cohen sostiene che la privazione di stimoli adeguati al sistema immunitario può essere una delle cause dello sviluppo delle malattie autoimmuni, anche se è indubbio che certe infezioni possono a loro volta indurre risposte autodistruttive da parte del sistema immunitario. Indubbiamente il ricorso ad una maggiore igiene ed a corrette terapie ha ridotto notevolmente la frequenza di malattie mortali, ma l’abuso di tali sistemi senza dubbio sta provocando fenomeni ugualmente dannosi al nostro organismo.
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