ultimo aggiornamento: 12 Aprile 2017 alle 23:29
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reazioni atopiche ≅ reazioni allergiche
Come abbiamo già detto, il rischio di sensibilizzazione dell’organismo nei confronti di un allergene, è determinato dalla interazione tra patrimonio genetico e fattori ambientali: il meccanismo di base della reazione allergica è rappresentato dall’ipersensibilità immediata, dipendente da anticorpi che, reagendo con l’antigene specifico, determinano la liberazione di mediatori dell’infiammazione.
Il concetto di allergia fu introdotto nel 1906 dai pediatri viennesi Clemens von Pirquet e Béla Schick i quali furono i primi a osservare come il sistema immunitario potesse svolgere anche un ruolo dannoso, con risposte alterate: questo fenomeno venne definito dal greco ἄλλος (altro) e ἔργον (lavoro). Un’allergia può essere definita una “induzione di una risposta immunitaria anomala in seguito al contatto con una sostanza esterna”: una risposta difensiva anticorpale esagerata, inappropriata e dannosa, scatenata dal sistema immunitario verso allergeni che per la maggior parte dei soggetti sani sono completamente innocue. In un primo tempo tutte le forme dell’ipersensibilità furono classificate come allergie, in quanto si pensava che fossero tutte causate da un’alterata attivazione del sistema immunitario; Philip Gell e Robin Coombs, nel 1963 limitarono la definizione di allergia alle reazioni anafilattiche, caratterizzate dalla liberazione di sostanze vasoattive e spasmogene che agiscono sui vasi e sulla muscolatura liscia alterandone le funzioni (ipersensibilità di tipo I).
Nel 1923 nell’articolo “On the Classification of the Phenomena of Hypersensitiveness”, Coca e Cooke definirono il concetto di atopia, come una reazioni di ipersensibilità nei confronti di un allergogeno (sostanza in grado di scatenare una reazione allergica) che può sfociare in una reazione anafilattica, creando il termine dal greco ἀτοπία (fuori posto, speciale, insolito, singolare). In realtà la manifestazione atopica era conosciuta a fin dall’antichità: Svetonio, nel “De Vita Caesarum”, racconta che Ottaviano Augusto ne era affetto. Atopia ed allergia sono spesso manifestazioni sovrapponibili, in quanto entrambi sono mediati prevalentemente da una classe di anticorpi: le immunoglobuline E (IgE).
La sensibilizzazione avviene al primo contatto del sistema immunitario con l’allergene, ed è essenziale perché si sviluppi, in un secondo momento, la reazione clinica: lo stimolo scatenante (definito antigene) può agire per contatto, per inalazione o ingestione. L’allergene, che raggiunge le vie respiratorie o il sistema gastrointestinale, viene catturato e processato da cellule che hanno il compito di sorveglianza verso gli antigeni ambientali e quindi “presentato” ai linfociti T helper, che giocano un ruolo centrale nella genesi dell’iperreattività del sistema immunitario. È l’attivazione di questa famiglia di linfociti che, mediante la produzione mediatori chimici (interleuchine), inducono i linfociti B a differenziarsi in plasmacellule e a produrre anticorpi della classe IgE; le immunoglobuline prodotte da linfociti B e plasmacellule, si legano a mastociti e ai granulociti basofili, determinando la degranulazione di queste cellule e il rilascio di mediatori, quali l’istamina e la bradichinina, che danno inizio alla fase infiammatoria immediata.
Molti fattori sono associati con lo sviluppo delle allergie: il livello di esposizione agli allergeni, l’inquinamento atmosferico, le infezioni virali da virus sinciziali o rhinovirus nell’infanzia, le infezioni da stafilococco aureo, il tipo di alimentazione. Una volta avvenuta la sensibilizzazione, questi fattori continuano a influire sulla infiammazione.
Le manifestazioni allergiche più frequentemente conosciute sono sicuramente quelle cutanee, respiratorie e quelli alimentari: le prime spesso sono fastidiose per le reazioni di desquamazione, rossore e prurito; le ultime sono frequentemente misconosciute, mentre quelle respiratorie, note frequentemente come febbre da fieno, allergie ai pollini o alla polvere, sono estremamente variabili e più frequenti di quello che comunemente si pensa.
I sintomi allergici possono essere mutevoli e difformi, presentando sintomi aspecifici e non sempre preoccupanti come un generico senso di malessere, stanchezza, irritabilità, mal di testa, gonfiore e sonnolenza dopo mangiato, fino a manifestare gravi reazioni sistemiche, come nello shock anafilattico, dove la vita del soggetto è pesantemente messa a rischio.
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