mastodinia ormonale

ultimo aggiornamento: 14 Aprile 2017 alle 16:43

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mammalgia catameniale & stress

Moltissimi fattori intervengono nella genesi della mastodinia ormonale: non è sufficiente “accusare” gli ormoni, ed in particolar modo gli estrogeni, di tutte le “colpe”: il fatto che, nella stessa donna, l’algesia al seno risulti indipendente dalla concentrazione ematica degli ormoni normalmente considerati responsabili del problema, testimonia che l’equazione “alterazione estrogeni = dolore al seno” non funziona. Anche alla luce del fatto che, spesso, le manifestazioni dolorose possono subire incrementi o decrementi, in differenti momenti della vita, senza sostanziali modifiche dei livelli ormonici  … 

Gli ormoni steroidei che agiscono sulla sfera riproduttiva, pur essendo considerati come una categoria omogenea, in realtà hanno difformità nell’attività biologica a seconda della loro struttura chimica; non solo esiste una significativa differenza tra progesterone ed estrogeni, ma anche i differenti tipi di questi ormoni manifestano caratteristiche proprie specifiche in base alla loro struttura chimica: estrone (E1), estradiolo (E2), nella sua variante 17β-Estradiolo, ed estriolo (E3), pur agendo praticamente sugli stessi recettori, hanno diverse modalità di azione ed efficacia. Infatti, possono causare reazioni difformi o attivare differenti tipi di processi biologici, a seconda dei tessuti bersaglio su cui agiscono; non bisogna dimenticare che alcuni dei loro metaboliti, promuovono, essi stessi, un’attività ormonale o inducono complessi fenomeni chimico-fisici, a livello delle cellule recettoriali coinvolte. Sappiamo, inoltre, che altri tipi di ormoni intervengono sull’espressione degli estrogeni; ad esempio lo stress cronico induce un aumento della produzione di cortisolo, con conseguente alterazione del rapporto estro-progestinico, a favore degli estrogeni: l’interazione provoca l’incremento della sensibilità dolorifica ed alterazioni nell’espressione estrogenica. Parimenti, l’ipercortisolemia accresce la concentrazione di prolattina a livello del tessuto mammario, causando modificazioni sia nella ghiandola sia nello stroma, facilitando l’iperalgesia nocicettiva che può accentuare la mastodinia

L’incremento dei livelli del cortisolo ematico, conseguente all’attivazione delle ghiandole surrenali, è l’espressione della strategia che l’organismo attua, come adattamento al perdurare di situazioni di stress. Si veda , a tal proposito, l’articolo “stress: fase di resistenza: adattamento“; una quantità eccessiva di corticosteroidi aumenta la sensibilità del sistema nervoso agli impulsi dolorosi, provocando fenomeni di ipersensibilità sia agli stimoli tattili e pressori, sia al dolore, con manifestazioni di algia a livello del seno e modulazione della nocicezione, tanto a livello periferico, quanto a livello del sistema nervoso centrale. Per comprendere meglio la percezione dolorifica, è possibile leggere “dolore: neurofisiologia della nocicezione“. 

Lo stress cronico e le manifestazioni di disagio psico-emotivo sono frequentemente associate tra loro; non bisogna sottovalutare che alcuni steroidi (estrogeni, cortisolo), di concerto con gli ormoni peptidici (prolattina) e taluni ormoni amminici (catecolamine, tiroxina, serotonina, melatonina…) hanno un’azione depressiva, spesso misconosciuta, che può influire, anche in maniera significativa, sul tono dell’umore. Chi è vittima di stress cronico, difficilmente accetta che la “tensione somato-emotiva” sia una possibile causa dei propri malesseri, soprattutto perchè non si rende conto delle modificazioni biochimiche, neuro-ormonali e funzionali che si verificano nell’organismo.

Raramente, chi è affetto da mammalgia riesce a mettere in relazione l’insorgenza dei sintomi difformi e, in genere, piuttosto eterogenei, con le alterazioni ormonali: il quadro disfunzionale può ripercuotersi non solo a livello del seno, con evidenti manifestazioni di turgore, gonfiore e mastalgia, ma anche avere ripercussioni sulla frequenza e sulle caratteristiche delle mestruazioni o sulla capacità riproduttiva; abitualmente il quadro disforico incide sul tono dell’umore, facilitando anche l’insorgenza di cefalee muscolo-tensive o emicranie catameniali.

Sovente, anche la diminuzione dei livelli serotonina assume un ruolo significativo nella genesi del dolore al seno e nell’alterazione degli stati emotivi; in genere, si osserva anche un incremento della sensibilità alle xantine alimentari (thè, caffè) o delle catecolamine, prodotte dal corpo in risposta allo stress acuto: questi ormoni vengono rilasciati dalla midollare surrenale in situazioni di disagio psicologico o emotivo, come risposta alle alterazioni della glicemia oppure secreti nelle terminazioni ortosimpatiche, col ruolo di neurotrasmettitoriLo squilibrio nel rapporto fra le singole componenti neuro-ormonali, prodotte dall’organismo, o lo sbilanciamento neuro-endocrino, derivante dalla loro interazione con sostanze di origine alimentare, sono responsabili non solo dell’ipersensibilità emozionale, dell’iperalgesia e dei disagi aspecifici, ma anche del “sugar craving“, spesso associato alla mastodinia ed agli altri sintomi della cosiddetta “sindrome pre-mestruale“, rendendo ancora più oggettivabile il rapporto esistente fra mastalgia e stress.

Non bisogna sottovalutare la relazione fra le modificazioni ormonali, che si verificano nello stress, e le alterazioni a livello del Sistema Nervoso Centrale; nelle donne affette da “Sindrome disforica della fase luteale tardiva“, una forma particolarmente grave di sindrome premestruale, sembra esistere una significativa ipersensibilità alle fluttuazioni ormonali del progesterone a livello dell’amigdalaL’alternanza degli ormoni del ciclo mestruale, in particolar modo in presenza di stress, sembra essere coinvolta nella modulazione delle funzioni del Sistema Limbico: possono verificarsi squilibri nell’integrazione fra il sistema nervoso autonomo-vegetativo e quello neuro-endocrino, con effetti organici, che possono coinvolgere differenti sistemi neuro-ormonali: per approfondimenti “il “Cervello Trino”  ed il controllo  neuro-vascolare

francesco gandolfi

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