articolazioni:
il punto di vista kinesiopatico

ultimo aggiornamento: 16 Ottobre 2017 alle 19:10

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cosa sono le articolazioni

Il termine “articolare” (→ smembrare, suddividere, scandire, esprimere, ma anche congiungere, connettere, unire …) deriva dal latino articularis che, a sua volta, discende da articŭlus (articolo → particella che serve da giuntura fra le varie parti), diminutivo di artus (arto), il mezzo attraverso cui si mette in relazione. La radice etimologica è un’interessante concatenazione di lemmi, che ci fa comprendere due caratteristiche fondamentali di una articolazione: l’atto e, di conseguenza, l’effetto dell’articolare è quello di permettere la “mobilità” ma, al contempo, essere il collegamento tra due parti, che permette all’una di muoversi rispetto all’altra; in pratica l’articolare può essere descritto come l’azione di un complesso di elementi che mantiene in contiguità due o più strutture.

corpo nello spazioL’articolazione può essere definita come un elemento sincronico di congiunzione e di disgiunzione, che consente l’espressione del movimento e la gestualità, inserito in una dinamica diacronica: essendo lo snodo di connessione all’interno di una catena cinematica composta da più elementi (o segmenti) in relazione reciproca, costituisce il cardine del movimento stesso che permette di disvelare ed estrinsecare il segno, l’atto, il verbo, il mimo, l’azione.

Il concetto di “articolare” esprime e rappresenta, allo stesso tempo, l’idea di vicinanza e prossimità, cioè di mantenere vicine parti differenti, interconnettendo un complesso strutturale e funzionale, caratterizzato da segmenti con diverse forme o compiti.

La relazione fra differenti elementi rigidi, connessi tramite giunti, contraddistingue le dinamiche cinematiche, secondo l’idea che una combinazione di snodi in relazione reciproca (articolazioni), ripartisce il movimento ed influenza tutta la catena articolare. Poiché l’organismo ha la necessità di modificare la propria posizione nello spazio e di riuscire a spostarsi da un punto all’altro, deve avere la possibilità di compiere movimenti complessi e diversificati per intensità e direzione; la struttura di sostegno, pertanto, è costituita da segmenti interconnessi tramite snodi, che consentano spostamenti vincolati: a questo servono le articolazioni, ad unire i segmenti rigidi, permettendo i movimenti fra le differenti parti. Lo scheletro, allo stesso tempo, attua anche un’attività di protezione e di sostegno: per poter svolgere questa funzione ha una struttura che, pur essendo dotata di una certa elasticità e flessibilità, è sostanzialmente rigida, come un’armatura che dall’esterno (esoscheletro) è stata portata all’interno dell’organismo (endoscheletro).

Le articolazioni sono, sia concettualmente, sia fattivamente, il mezzo (e lo strumento) che permette ai segmenti dello scheletro di interconnettersi fra loro, in modo da garantire tale mobilità; allo stesso tempo, rappresentano il vincolo a tale movimento poiché la forma dell’articolazione stessa condiziona l’espressione delle forze che generano il movimento (azione muscolare), sviluppando una reazione resistiva. Quando un corpo non è libero di spostarsi in tutte le direzioni si dice che tale corpo è vincolato, anche se esistono direzioni libere di movimento.articolazione anca - maccanica

Anche se la natura rimane insuperabile, nelle immagini sono visibili due tipi di protesi, per capire come, seppure in modo inadeguato, la meccanica dei giunti e degli snodi possa fornirci un’idea di quello che è un’articolazione.

Gli snodi articolari, quindi, rappresentano un insieme di elementi (tessuto fibroso e/o cartilagineo, legamenti, capsule, membrane), che regolano la connessione tra segmenti scheletrici. La mobilità assicurata dalle articolazioni è minore o maggiore a seconda dei distretti corporei, della forma e delle caratteristiche strutturali delle articolazioni stesse: la presenza di tessuto cartilagineo o membranoso e di strutture legamentose che, per incrementare la resistenza, possono ossificare oppure, all’opposto, l’esistenza di liquidi endoarticolari che garantiscono un sistema di auto-lubrificazione in grado di rendere il movimento più ampio e fluido, condizionano l’espressione del movimento.

ginocchio artificialeOccorre poi non dimenticare che l’insieme osteo-artro-miologico garantisce al corpo un bilanciamento delle forze, che non solo assicura il movimento, ma garantisce la ripartizione dei carichi, assicurando la protezione dei singoli componenti, grazie al fenomeno della tensegrità: come effetto della “stiffness” mio-fasciale, l’azione combinata e sinergica del complesso muscolo-tendineo funge da vettore agente e, contemporaneamente, da elemento stabilizzante del movimento, coadiuvata dalla capacità specifica delle articolazioni di fungere da “shock absorber“.

La conformazione e l’estensione della superficie articolare sono tutti elementi che determinano e predicono il comportamento dell’articolazione stessa, la sua tendenza a favorire il movimento o a svolgere un’azione resistiva, limitando il possibile “range of motion“, cioè il raggio di azione fisiologico del movimento articolare.

Giunture che si snodano come un dispositivo vincolare fra corpi dotati di relativa rigidità (e moderata resilienza), che consentono spostamenti rotatori o traslatori di differente ampiezza; cardini e cerniere che fungono da perno (ginglimi, troclee, trocoidi), permettendo rotazioni intorno ad un asse o ad un punto cavo al cui interno può ruotare un perno sferico. Strutture a puleggia; cilindri che ruotano all’interno di un altro cilindro cavo; condili, strutture convesse, di forma rotondeggiante o ellissoidale che si interfacciano con strutture concave (glenoide) favorendo lo spostamento dei piani articolari … diartrosi eterogenee  per forma e funzione, come le sellartrosi o le enartrosi … ad ogni struttura corrisponde una peculiarità di movimento.

Ad ogni esigenza motoria si accoppia una conformazione specifica: un perfetto connubio fra forma e funzione.

francesco gandolfi

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