articolazioni:
il punto di vista kinesiopatico

ultimo aggiornamento: 16 Ottobre 2017 alle 19:10

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una visione funzionale delle articolazioni

cranioNel cranio, le articolazioni (dette suture) sono dotate di limitata mobilità per assicurare la massima protezione al cervello, ottemperando prevalentemente alla funzione protettiva: la struttura ossea è formata da ossa piatte che crescendo si inter-digitano limitando i piani di spostamento.

La colonna vertebrale costituisce un ottimo compromesso tra funzione difensiva, capacità di sostegno dell’organismo e mobilità del corpo: le singole vertebre, per la maggior parte separate da dischi cartilaginei, assicurano un’ottima protezione al midollo spinale, mentre le articolazioni fra di esse garantiscono il movimento, rendendo la colonna più simile a una molla flessibile che a un tubo rigido; spine-1una maggior rigidità del sistema garantirebbe un maggior grado di protezione (fenomeno che si ottiene attraverso l’irrigidimento della muscolatura), ma non consentirebbe molti movimenti del corpo.

Oltre ad avere un ruolo di sostegno e di protezione, lo scheletro ottempera alla locomozione grazie all’interazione fra il tronco e le appendici libere, gli arti, costituite da segmenti fra loro articolati.

gambaLe articolazioni dell’anca, della caviglia e del piede sono più robuste delle corrispondenti dell’arto superiore e hanno un ambito di movimento minore, in quanto devono sopportare la spinta della deambulazione e trasferire il peso del corpo al terreno.

Il cingolo pelvico si articola direttamente alla colonna vertebrale, in modo da collegare più rigidamente gli arti posteriori (gambe) alla colonna, mentre gli arti superiori (braccia) sono connessi in maniera più elastica.gamba retro

La stabilità delle gambe, durante la locomozione, richiede la presenza di un’articolazione che funzioni da cerniera: il ginocchio, un’articolazione molto complessa che contiene cartilagine (riveste le ossa con la funzione di ridurre l’attrito), menischi (cuscinetti fibro-cartilaginei che prevengono il contatto fra le ossa durante il movimento) e legamenti peri-articolari (con funzione di stabilizzazione dell’articolazione).

piede - contatto col terrenoIl contatto con il terreno, inoltre, presuppone la necessità di adeguare l’appoggio a terra, per permettere lo scarico del peso e delle forze della deambulazione al suolo. Occorre quindi un complesso sistema di ripartizione di forze, che possa svolgere un’azione di ammortizzazione e implementazione dinamica del movimento: la caviglia ed il complesso astragalo-calcaneare assieme all’insieme delle molteplici articolazioni del piede (non a caso si identificano 26 segmenti ossei, articolati in vario modo, a questo livello) sono gli elementi in grado di svolgere questo compito.

braccioPer quanto riguarda l’arto superiore, la presenza della clavicola è un elemento rilevante ai fini della mobilità delle braccia e della spalla: non è un caso che il nome derivi dal termine latino clavis (→chiave), essendo di fatto un fulcro fondamentale per le modalità di movimento della cintura scapolare. Molti animali quadrupedi (cani, gatti, cavalli …) sono privi della clavicola: l’assenza di quest’osso concede all’arto anteriore la facoltà di compiere esclusivamente movimenti antero-posteriori (movimenti pendolari). La persistenza della clavicola e l’irrobustimento della muscolatura del cinto pettorale e dell’arto corrispondente, sono essenziali per garantire una grande mobilità dell’arto toracico: spalla avantiil braccio è collegato dorsalmente all’asse del corpo (colonna vertebrale), mediante la scapola e ventralmente tramite la clavicola.

Il muscolo grande pettorale, inserito tra la clavicola e lo sterno, insieme al grande dorsale, favorisce i movimenti di adduzione e abduzione del braccio, e il deltoide favorisce il sollevamento del braccio e, con il grande dorsale, la completa rotazione; se a questo aggiungiamo che l’articolazione scapolo-omerale consente una rotazione a 360°, comprendiamo l’importanza della cerniera scapolo-clavio-sternale, da un punto di vista evolutivo: la clavicola diventa il punto cardine per far si che si attui il sollevamento delle braccia sopra la testa, permettendo movimenti di prensione e proiezione in direzione superiore. spalla retro

Quando l’estremità laterale della clavicola si innalza la sua estremità mediale scivola in basso e in fuori, mentre quando la clavicola si abbassa, l’estremità si eleva, fungendo da “manovella” per rendere possibile il movimento dell’arto in direzione superiore. Grazie alle sue relazioni articolari, la clavicola è in grado di trasmettere le forze derivanti dall’arto superiore allo scheletro assile e mantenere l’arto, che assume il ruolo di “dispositivo vincolare sospeso”, libero dal tronco (sospeso dal muscolo trapezio); allo stesso tempo , fungendo da osso chiave, “regge” il collo e la parte superiore della gabbia toracica.

Sempre nell’arto anteriore, l’articolazione del pollicemano possiede la capacità di muoversi in maniera indipendente dalle altre dita: la completa opponibilità accorda l’attività prensile, con la possibilità di una ‘presa di precisione’ e non solo ‘di forza’, fatto che conferisce notevoli capacità manipolative alla mano, rendendola uno strumento unico nel mondo animale.

francesco gandolfi