definizione
Sintetizzati a livello epatico, inclusi nella bile, sono composti organici steroidi, prodotti finali del metabolismo del colesterolo con azione detergente, in grado cioè di disperdere in soluzione acquosa i lipidi insolubili in acqua, ricoprendo un ruolo di primo piano nei processi di digestione ed assorbimento dei lipidi; gli acidi biliari vengono prodotti dal fegato e, insieme ai loro coniugati ed ai rispettivi sali, sono i principali costituenti della bile, che verrà secreta nel duodeno per facilitare la digestione e l’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili, grazie anche alla loro azione stimolatrice dell’attività lipasica intestinale. Gli acidi biliari e i loro sali (di sodio e potassio) oltre a permettere l’emulsione dei lipidi, hanno un’azione batteriostatica, e vengono utilizzati in microbiologia come inibitori dei batteri Gram positivi nei terreni di coltura.
Gli acidi biliari primari, prodotti dal fegato dal Citocromo P450 mediante ossidazione, derivando dal colesterolo attraverso una serie di trasformazioni biochimiche, che portano alla sintesi degli acidi biliari primari, cioè l’acido colico e l’acido chenodesossicolico (o semplicemente acido chenico); la 7-α-idrossilasi rappresenta l’enzima limitante nella sintesi degli acidi biliari.
Nella bile gli acidi colici e gli acidi chenodesossicolici si trovano in gran parte coniugati con due amminoacidi, la glicina e la taurina e come tali prendono il nome di acidi glicocolici, acidi taurocolici (più abbondanti), acidi glicochenodesossicolici e acidi taurochenodesossicolici; tale coniugazione aumenta l’idrosolubilità degli acidi biliari. La bile è un liquido alcalino ricco di sodio e potassio si ritiene che gli acidi biliari primari ed i loro coniugati siano presenti in gran parte sotto forma di sali (principalmente di sodio).
funzioni della bile
Una volta prodotta nel fegato, la bile viene concentrata nella cistifellea, per essere riversata al bisogno nell’intestino durante la digestione: grazie ai sali biliari primari e ad altre sostanze anfipatiche (fosfolipidi e lecitine), la bile facilita la digestione e l’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili; con la sua alcalinità, la bile neutralizza il pH acido delle secrezioni gastriche, stimolando la peristalsi intestinale ed esercitano un’azione antisettica nei confronti della flora batterica, inibendo i fenomeni putrefattivi.
Attraverso la bile vengono allontanati dall’organismo anche i prodotti derivanti dalla degradazione dell’emoglobina (bilirubina), sostanze ad azione tossica o farmacologica ed altre di natura endogena (ormoni tiroidei, estrogeni …).
A livello intestinale gli acidi biliari vengono in parte deconiugati e deidrossilati ad opera dell’enzima 7-α-deidrossilasi prodotto dalla flora batterica dell’intestino: i prodotti di queste reazioni sono chiamati acidi biliari secondari e sono rappresentati principalmente dall’acido desossicolico e dall’acido litocolico, rispettivamente derivati dall’acido colico e da quello chenodesossicolico; la maggior parte degli acidi biliari presenti a livello intestinale viene riassorbita e ricondotta al fegato tramite il circolo portale.
Nel tenue e nel colon si ha un riassorbimento passivo che diventa attivo solo nell’ileo terminale (porzione conclusiva del tenue): soltanto una piccola parte degli acidi biliari viene eliminata con le feci; tale quota è rappresentata perlopiù dall’acido litocolico, scarsamente riassorbito.
Gli acidi biliari, una volta riassorbiti, giungono a livello epatico dove sono riciclati e nuovamente secreti nella bile (circolo enteroepatico degli acidi biliari): la loro concentrazione, inoltre, influenza la sintesi ex-novo di acidi biliari, che risulta tanto più stimolata quanto minore è la quota di acidi biliari riciclabili, e viceversa.
I sali biliari assunti per bocca in piccole quantità stimolano la secrezione della bile, cioè posseggono un’azione colagoga, e pertanto possono essere usati nella terapia di talune affezioni del fegato e delle vie biliari.
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