definizione
L’acido caprilico, noto anche come acido ottanoico, è un acido grasso saturo a catena lineare con otto atomi di carbonio (C8H16O2), con formula CH3(CH2)6COOH; derivato dal latino capra, femminile di caper (→ capro, caprone), col suffisso –ilico (-il derivato dal greco ὕλη [hylē → legno di bosco, ovvero materiale da costruzione …]) e -ico che indica un elemento combinato chimicamente. Ottanoico, dal greco ὀκτα– (okta-), forma assunta in composizione da ὀκτώ (októ → otto), col suffisso –oico (che in chimica organica indica un acido carbossilico).
Assieme all’acido caproico e all’acido caprinico conferisce l’odore di capra, pungente e rancido, alle sostanza che lo contengono, da cui il nome: l’acido caprilico si trova, in natura, nella noce di cocco e nel latte materno, nel burro, negli oli di palma e in alcuni tipi di formaggio, come trigliceride (M.C.T.).
l’acido caprilico nell’alimentazione
Membro della famiglia degli acidi grassi a catena media (M.C.F.A.), appartenendo alla categoria degli acidi organici, contiene un gruppo carbossilico: a temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore, minimamente solubile in acqua, con un leggero, spiacevole, sapore rancido; rispetto ai suoi omologhi inferiori (acido propionico ed acido butirrico), la sua solubilità in acqua è leggermente inferiore a causa del crescere della lunghezza della catena alchilica (più idrofoba). Trattandosi di un acido grasso a media catena, una volta ingerito con gli alimenti viene assorbito con facilità, bypassando la circolazione linfatica e giungendo direttamente al fegato, dove viene metabolizzato a fini perlopiù energetici.
L’acido caprilico svolge un ruolo importante nella regolazione dell’apporto e dell’output energetico da parte dell’organismo, una funzione svolta dall’ormone grelina: la sensazione di fame è un segnale che il corpo richiede un apporto di energia sotto forma di consumo di cibo e la grelina stimola la fame attivando i recettori nell’ipotalamo; per attivare questi recettori, la grelina deve subire un processo chiamato acilazione in cui acquisisce un gruppo acile, e l’acido caprilico fornisce questo legame in uno specifico sito di serina sulle molecole di grelina (anche altri acidi grassi nella stessa posizione hanno effetti simili sulla fame).
Utilizzato come rimedio antifungino, l’acido caprilico è in grado di espletare un’efficace azione anti-candida (trattamento della moniliasi); ed esercitare un’azione competitiva nei confronti di virus e batteri: tali attività, non del tutto caratterizzate, sembrerebbero correlate alla capacità dell’acido caprilico di interporsi nello spessore delle membrane lipidiche di questi microrganismi, impedendone la crescita.
Nel trattamento delle disbiosi intestinali e delle candidosi (moniliasi) il TOTAL YST REDUX (NW2710), una formulazione studiata per combattere le superinfezioni fungine e da lieviti, la combinazione di batteri simbionti (Lactobacillus Acidophilus), acido caprilico, ed i fitoestratti ad azione antibiotica, antimicotica, depurante e lenitiva (Allium Sativum, Berberis Aquifolium, Citrux Maxima), sinergizzano la propria azione normalizzatrice della funzione intestinale e favorendo lo sviluppo di un ecosistema sano e di un microbiota “gut-fiendly”, in grado di contrastare superinfezioni o disbiosi.
Anche nel nutraceutico EXPORE (NWNW1532) la presenza dell’acido caprilico, in combinazione con estratti agrumari ed erbe ad azione anti-infiammatoria e normalizzante l’ambiente intestinale, potenziata con l’integrazione di batteri “gut-friendly” in alta concentrazione, svolge un’azione importante nel ripristinare un sano ambiente intestinale; l’azione degli estratti di Citrux Maxima, Tabebuia Impetiginosa, Thymus Vulgaris, Ocimum Basilicum, Syzygium Aromaticum e Origanum Vulgare sinergizzano l’azione dei probiotici (Lactobacillus Bulgaricus, Bifidobacterium Bifidum) e dell’acido caprilico, mentre la N-acetil-glucosammina diminuisce la crescita batterica e riduce l’aderenza degli organismi alla parete intestinale rafforzando la mucosa intestinale in quanto in grado di favorire la biosintesi delle glicoproteine della mucosa che formano il glicocalice intestinale, lo strato più superficiale e altamente viscoso della mucosa intestinale che entra in contatto con il contenuto intestinale e protegge i tessuti sottostanti dall’esposizione a tossine e aggressioni batteriche.
applicazioni industriali
L’acido caprilico è un pesticida antimicrobico utilizzato come disinfettante per superfici a contatto con gli alimenti negli stabilimenti di manipolazione alimentare commerciale su attrezzature per latticini, attrezzature per la lavorazione alimentare, birrerie, cantine e impianti di lavorazione delle bevande; viene anche utilizzato come disinfettante in strutture sanitarie e luoghi pubblici, come alghicida, battericida, fungicida ed erbicida in vivai, serre, centri di giardinaggio e interni e su ornamenti.
L’acido caprilico è usato commercialmente per la produzione di esteri usati in profumeria e per la produzione di coloranti; viene anche utilizzato in cosmesi in quanto compone la frazione più leggera dell’olio di cocco (insieme all’acido caprico) dando origine ad un emolliente, commercialmente noto come trigliceride caprilico/caprico: questo eccipiente può essere ottenuto in modo naturale dall’olio di cocco (tramite distillazione e poi separazione fisica) o tramite un processo di sintesi. Gli acidi grassi raffinati provenienti dall’olio di cocco vengono ricombinati chimicamente con glicerina: l’alta percentuale di acidi caprilico e caprico e la quasi totale assenza di acido laurico, determinano la bontà di una frazione leggera dell’olio di cocco.
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