alienista

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definizione

Termine ormai poco utilizzato, per denominare un medico specialista o studioso di malattie mentali: può essere considerato un modo arcaico di definire un moderno psichiatra; dal francese aliéniste, derivato di aliéné (→ alienato), che in realtà affonda le radici nel latino alienus (altrui, appartenente ad altri, estraneo, incompatibile). Il termine veniva utilizzato perchè questi medici si dedicavano al trattamento della “alienazione”, cioè di quello stato di estraniazione dalla realtà che caratterizzava i “folli”, cioè tutti quelli che venivano considerati mentalmente disturbati.

Per gli alienisti del XIX° secolo, le persone affette da problemi mentali erano, in un certo senso, alienate dal proprio corpo e dalla loro vera natura: il ruolo di questo esperto, dunque, era quello di immedesimarsi nell’alienato cercando di comprendere le ragioni del suo male e curarlo.

dall’alienista allo psichiatra

Prima dell’avvento della psicoanalisi, all’inizio del ventesimo secolo, la psichiatria e la psicologia erano agli albori, infatti a partire dalla metà del XIX° secolo, gli psichiatri venivano definiti “alienisti”: il loro lavoro consisteva nello studiare, comprendere, curare e assistere i pazienti nel superare la loro “alienazione mentale” o malattia; il nome “alienista” divenne sinonimo di “psichiatra”, che entrò in uso intorno a quello stesso periodo, indicando un medico specializzato nel trattamento della malattia mentale o disturbo.

Possiamo pensare agli alienisti come i primitivi precursori degli psicoanalisti o degli analisti (come spesso vengono chiamati oggi), psicoterapeuti (un termine più generico reso popolare dallo psicoanalista Otto Rank, negli anni ’30) e, in particolare, psichiatri e psicologi forensi: il termine alienista venne in seguito associato ai precursori di quelli che oggi chiamiamo psichiatri forensi, medici con competenze specifiche in psicologia criminale, incaricati di valutare la “pazzia” da un punto di vista legale. Poiché il campo della psicologia clinica si è evoluto gradualmente durante quel periodo di fine secolo, gli psicologi specializzati nello studio e nella profilazione del comportamento criminale e della mentalità erano anche comunemente definiti alienisti.

I primi alienisti erano orientati per quanto riguarda la comprensione e trattamento della malattia mentale, a identificarla come una alterazione neuro-biologica: la nevrosi, ma soprattutto le sindromi più gravi, come la schizofrenia, la depressione psicotica e la mania nella loro idea dovevano essere l’espressione di una alterazione del cervello; prima Sigmund Freud e poi il suo collega Carl Gustav Jung si concentrarono sulla psicologia dei disturbi mentali piuttosto che sulla loro neurologia o fisiologia, influenzando profondamente il modo in cui gli psichiatri e gli psicologi, ancora chiamati alienisti nei primi anni del 1900 e oltre, concettualizzavano questi sintomi.

Il XXI° secolo ha visto quello che Sigmund Freud stesso potrebbe definire una formazione di reazione” e Jung un “enantiodromia” (un estremo che si trasforma nel suo opposto), per quanto riguarda la loro enfasi sulla psicologia rispetto alla neurobiologia nel campo della salute mentale in generale. In altre parole, il pendolo storico è balzato dal biologismo dei primi alienisti alle intuizioni psicologiche del XX° secolo, per tornare alla attuale concettualizzazione neurobiologica e medica e trattamento dei disturbi mentali.

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