antropometria

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ultimo aggiornamento: 18 Febbraio 2025 alle 22:49

definizione

Classificazione statistica di caratteri, soprattutto morfologici, dell’uomo e dei gruppi umani, sia da un punto di vista quantitativo (valori misurabili), sia da quello qualitativo (entità classificabili); dal greco ἄνϑρωπος (ánthropos → uomo) e μέτρον (métron → misura).

La forma che il corpo umano assume durante le diverse fasi del ciclo vitale è la risultante dell’equilibrio tra le dimensioni assolute del corpo stesso e i rapporti dimensionali tra le sue varie parti: affinché la definizione delle diverse forme (morfologia) sia espressa in termini obiettivi, occorre quantificare il dato di osservazione e cioè esprimere in unità di misura le dimensioni di lunghezza, larghezza e altezza (morfometria).

Pertanto è possibile definire l’antropometria, letteralmente, come la misurazione del corpo umano nel suo insieme (statura, peso) e nei suoi segmenti (testa, tronco, arti), di cui vengono rilevate le dimensioni misurate tra punti anatomici o architetturali di riferimento (cefalometrici e somatometrici) e calcolati i rapporti dimensionali reciproci espressi in percentuale (indici antropometrici). Studia, anche, le variazioni dimensionali dell’individuo in rapporto alla sua origine etnica, al sesso, all’età, allo stato fisico, alla condizione socio-economica, al livello di nutrizione e alla sua attività.

Per poter effettuare misurazioni univoche, si utilizzano punti di riferimento facilmente individuabili sul corpo umano o sul suo scheletro: sono detti punti antropometrici e vengono distinti in craniometrici (quelli relativi al cranio), cefalometrici (inerenti la testa, cioè nel vivente)  o somatometrici, cioè relativi al tronco ed agli arti (di uno scheletro e di un vivente).

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