aprassia acrocinetica

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definizione

Chi è colpito da questa forma di aprassia mantiene l’ideazione ma gesticola in modo goffo e bizzarro, quasi cristallizzato; i movimenti, sempre disorganizzati, sono privi di coordinazione spontanea ed è presente mancanza di fluidità, lentezza e goffaggine, difficoltà di passare in modo sincrono ed organizzato dalla contrazione di un muscolo al successivo rilassamento; etimologicamente la locuzione è composta da dal greco ἀπραξία (apraksía → inerzia) composto dal prefisso di negazione – e  πραξία (praxía → atto), derivato dal tema di πράσσω (prásso → fare) che si associa a ἄκροκινητικός (ákrokinitikós) composto da ἄκρος (→ estremo, fine, superiore) κινητικός (kinitikós → movimento), derivato di κινέω (kinéo → muovere).

Essendo l’aprassia l’incapacità di eseguire compiti motori intenzionali appresi in precedenza (nonostante la volontà e la conservata capacità fisica), il “disturbo del gesto” (acquisito), da un punto acrocinetico, non si manifesta come mancata capacità di ideare o effettuare i gesti (cioè gli schemi complessi composti da una serie di atti motori elementari) quanto piuttosto nel riuscire ad eseguirli in modo coordinato, secondo una specifica sequenza temporale.

Pur essendo conservata la capacità di ideazione, l’aprassia acrocinetica si esplica nella mancanza di fluidità del gesto, nella lentezza dell’esecuzione del movimento, nella goffaggine o nella difficoltà a passare, in modo sincrono ed organizzato, dalla contrazione di un muscolo al successivo rilassamento. In questo tipo di aprassia sono colpiti sia i movimenti spontanei, sia quelli volontari, con difficoltà che aumentano in base alla complessità del compito. Questa tipologia di aprassia si manifesta con una gesticolazione goffa e bizzarra, con movimenti disorganizzati ed assenza di una coordinazione spontanea.

Tipica della lesioni delle aree premotorie.

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