definizione
Forma di aprassia in cui chi ne viene colpito non è in grado di eseguire compiti motori comuni che gli vengono richiesti ovvero non è in grado di tradurre il gesto ideato (indirizzato ad uno scopo) in movimento (ad esempio non imitare azioni come salutare o mostrare come viene utilizzato uno strumento quale uno spazzolino da denti o un martello); interessando i singoli gruppi muscolari, l’aprassia ideomotoria nega al soggetto la possibilità di eseguire un movimento volontario, pur progettandolo mentalmente in maniera corretta.
Essendo l’aprassia l’incapacità di eseguire compiti motori intenzionali appresi in precedenza (nonostante la volontà e la conservata capacità fisica), il “disturbo del gesto” (acquisito), da un punto ideomotorio, si concretizza nell’incapacità di effettuare i gesti, cioè gli schemi complessi composti da una serie di atti motori elementari, coordinati ed eseguiti secondo una specifica sequenza temporale, pur potendo idearli, concepirli o immaginarli. In altre parole, l’aprassico ideomotorio riesce a progettare mentalmente il gesto e ma non è in grado di effettuare i movimenti necessari per compierlo.
Interessando i singoli gruppi muscolari, l’aprassia ideomotoria nega al soggetto la possibilità di eseguire un movimento volontario, pur progettandolo mentalmente in maniera corretta: il soggetto può conoscere, ricordare e programmare mentalmente l’azione, ma non riesce a tradurre l’idea di movimento in reale movimento: in pratica riesce a ideare l’azione mentalmente ma non riesce ad effettuarla fisicamente.
Ciò avviene presumibilmente a causa dell’interruzione delle connessioni fra il lobo parietale dominante e la corteccia supplementare e premotoria di entrambi gli emisferi cerebrali; è una tipica conseguenza di lesioni cerebrali dell’emisfero sinistro, in particolare nei traumi del corpo calloso, come effetto dei danni a carico del lobo parietale o nelle lesioni frontali della regione laterale pre-motoria.
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