cataplessia

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Dal greco κατάπληξις (katáplixis → stupore) derivato da καταπλήσσω (kataplísso → stordire): disturbo caratterizzato da inattesa perdita del tono muscolare o paresi muscolari, fino alla completa atonia, solitamente provocato da forti emozioni, rabbia, paura, sorpresa o da una crisi di riso o da eccitazione; la manifestazione, solitamente, è reversibile dopo un breve decorso, potendo durare da pochi minuti a qualche giorno. Chi viene colpito può collassare improvvisamente a terra senza perdere conoscenza e rimanendo pienamente vigile; possono essere presenti una serie di cambiamenti fisici, parziali o generalizzati, come la difficoltà nell’articolare le parole (disartria) o la debolezza delle ginocchia, ipotensione e bradicardia, inibizione dei movimenti volontari e assenza di riflessi tendinei. La perdita di tono muscolare, che si verifica nella cataplessia, assomiglia all’interruzione dell’attività muscolare che si verifica naturalmente durante il sonno REM: l’improvvisa debolezza muscolare potrebbe essere causata da un’inibizione massiccia dei motoneuroni spinali. Si stima che circa il 70% dei pazienti narcolettici soffra di cataplessia, così come brevi episodi si possono inoltre verificare all’addormentamento (paralisi ipnagogiche) o al risveglio (paralisi ipnopompiche). Il bambino normale durante il riso o il pianto protratti può cadere in uno stato di cataplessia. La cataplessia può anche manifestarsi come effetto collaterale della sindrome da sospensione degli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina). 

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