Dal latino cum (insieme) e mensa (tavola), indica il “condividere la tavola”, con il suffisso di origine greca ισμός (ysmós → utilizzato per concettualizzare in modo astratto). Rappresenta l’interazione ecologica fra due esseri viventi, in cui uno approfitta del nutrimento o degli scarti dell’altro senza procurare sofferenza o disturbo: solo uno dei due organismi trae benefici dall’altro, anche se il secondo soggetto non è né danneggiato (parassitismo) né aiutato (mutualismo). In alcuni casi il termine viene utilizzato per descrivere l’utilizzo dello stesso substrato nutrizionale da parti di organismi che convivono negli stessi spazi, senza procurare danno o ridurre le possibilità nutrizionali dell’altra specie. Talvolta la simbiosi commensale assume caratteristiche di “inquilinismo” (un simbionte utilizza il proprio ospite come rifugio), “foresi” (l’ospite trasporta il simbionte), matabiosi (tipo di dipendenza più indiretta, in cui un secondo organismo utilizza qualcosa che il primo ha creato, dopo la morte di quest’ultimo). Il microbiota umano si comporta sia da commensale, sia in mutualisticamente. Qualsiasi relazione stretta tra due organismi, non è neutrale per entrambe le parti: le relazioni identificate come commensali sono, in realtà, mutualistiche o parassitarie in una maniera non ancora ben definita.
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