corda

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ultimo aggiornamento: 29 Novembre 2022 alle 15:14

etimologia

Da latino chŏrda, derivato a sua volta dal greco χορδή (chordécorda di minugia, ovvero fune fatta di budello di pecora): attualmente il termine viene usato per indicare qualunque cavo o laccio flessibile, formato di fibre vegetali o di fili metallici ritorti insieme e avvolti in spire di torsione gli uni sugli altri, atto a sopportare sforzi di trazione e usato quindi per fare legature e imballaggi, per sollevare, sostenere o trascinare oggetti.

corda in ambito anatomico e fisiopatologico

Il termine corda vene utilizzato per designare parti anatomiche, che hanno qualche rapporto di similitudine con i canapi o gli spaghi, somigliando a sagole, funi o gomene; si parla, infatti, di corde vocali, le quattro pieghe di mucosa laringea che congiungono la cartilagine tiroide alle aritenoidi; corde tendinee, riferendosi alle esili strutture tendinee che uniscono le cuspidi delle valvole atrio-ventricolari con i muscoli papillari del cuore; corda legamentosa di Weitbrecht, per descrivere la benderella fibrosa tesa tra radio e ulna, un po’ al di sopra del legamento interosseo dell’avambraccio.

Nel sistema nervoso, a livello embrionale, parliamo di corda  dorsale (o notocorda), riferendoci alla formazione assile, cilindrica, caratteristica dei Cordati (ovvero dotati di notocorda, come i vertebrati): situata dorsalmente all’archenteron e ventralmente al sistema nervoso che deriva dalle creste neurali, possiede una notevole rigidità, che conferisce all’embrione un certo sostegno; dalle sue guaine di rivestimento (guaina scheletogena) nei Vertebrati, dà origine alle vertebre.

La corda del timpano (Chorda Tympani) è un ramo del nervo facciale, che porta la sensibilità gustativa al cervello;  parliamo di corde del plesso brachiale, quando ci riferiamo ai tre tronchi secondari, denominati in base alla loro posizione rispetto all’arteria ascellare. da cui originano le differenti branche (rami)

Ci si serve  di questo termine anche in ambito fisiopatologico o in semeiotica:  si parla di corda colica, per descrivere la sensazione di resistenza che si avverte nella palpazione dell’addome in particolari sofferenze del colon; corda epiploica, riferendosi all’aderenza tra epiploon erniato e sacco erniario, nell’ernia ombelicale o inguinale; corda blenorragica (corda venerea), per descrivere l’ erezione dolorosa, per lo più notturna, in malati affetti da blenorragia.

Nel linguaggio comune, spesso i due muscoli sternocleidomastoidei. quando contratti, vengono chiamati anche “corde (o cordoni) del collo”.

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