definizione
Anomalia del senso cromatico che consente, all’individuo che ne è affetto, di compiere solo due tipi di discriminazione visiva (ossia una tra luce e buio e l’altra tra giallo e blu, oppure tra rosso e verde), in luogo delle tre discriminazioni (tricromatismo) che sono possibili per l’individuo sano; il termine dicromatismo è composto da di– (dal greco δίς– → due volte), cromato– (χρῶμα → colore) ed il suffisso –ismo (–ισμός → suffisso che indica astrazione del concetto o descrive concezioni di pensiero o proprietà di cose)
Varietà di discromatopsia, manifestazione prevalentemente ereditaria e legata al sesso, con predominanza nel sesso maschile, il dicromatismo si verifica per la disfunzione di una sola delle tre varietà di coni: i soggetti dicromati mancanti della sensibilità per il rosso vengono chiamati protanopi (protanopia), quelli che sono ciechi per il verde, sono detti deuteranopi (deuteranopia), mentre la incapacità di percepire il blu, molto più rara, sono detti tritanopi (tritanopia).
Vi sono infine soggetti i quali sono sensibili a tutti e tre i colori fondamentali (tricromatismo), ma un tipo di coni risulta in una certa misura deficitario e per questo vengono definiti tricromati anomali, e precisamente protanomali se risulta deficitaria la sensibilità per il rosso (protanomalia), deuteranomali per il verde (deuteranomalia), tritanomali per il blu (tritanomalia).
test
Il riconoscimento dei difetti del senso cromatico viene effettuato tramite particolari spettroscopi oppure mostrando al paziente un certo numero di tavole colorate (test di classificazione), oppure tavole con numeri o lettere formate da pallini colorati su uno sfondo di palline con colori vicini (tavole di Ishihara), che il soggetto normale riesce a distinguere (test di confusione).