ultimo aggiornamento: 30 Gennaio 2024 alle 14:28
definizione
La difficoltà, associata frequentemente ad irregolarità, con cui un soggetto svuota la vescica urinaria: in senso lato, con il termine disuria potrebbero essere definiti tutti i disturbi urinari ove si manifesti difficoltà e dolore durante l’emissione di urina; dal greco δυσ- (→ male) –ουρία (-ouría → urea, relativo all’emissione di urina), derivato da οὖρον (oúron → urina). Per quanto spesso alguria e stranguria vengano considerati sinonimo di disuria, sarebbe più corretto definire la disuria come una forma di minzione difficoltosa, l’alguria come la presenza di dolore durante il mitto (con frequente proiezione dell’algia in zona sovrapubica) e la stranguria come forma estrema di disagio minzionale che associa entrambi i sintomi; il dolore ed il bruciore localizzati specificamente a livello uretrale, che non coinvolge la vescica, se non marginalmente viene definito uretrodinia o uretralgia.
eziopatogenesi e quadro clinico
La difficoltà ed il dolore durante l’emissione di urina, cioè la disuria non deve essere considerata una patologia, quanto piuttosto una spia indicatrice di numerose condizioni di squilibrio che interessano il rene o, più in generale, le vie urinarie essendo, spesso, il sintomo principe delle infezione urinarie; la disuria può essere solo iniziale, causando il fenomeno della minzione ritardata, oppure può manifestarsi durante tutta la minzione che, di conseguenza diviene lenta e prolungata; può presentarsi solo in certi momenti (minzione interrotta) o, infine, essere solo e prevalentemente terminale.
Il quadro clinico presentato dalla disuria varia naturalmente a seconda dell’eziologia e della gravità del caso, anche se, in genere, chi soffre di questo disturbo tende ad assumere posizioni diverse sforzandosi per riuscire ad emettere getto sottile, senza parabola, o suddivisa in fini spruzzi: qualora la disuria persista, si può osservare la presenza di tenesmo vescicale, cioè contrazioni vescicali violente, spasmodiche e dolorose, con l’obiettivo di espellere dalla vescica l’urina residua ed eventuali corpi estranei presenti (come, ad esempio i calcoli pervenutovi).
La disuria è un disturbo comune e molto spesso si risolve da solo nel giro di pochi giorni, ma è importante non sottovalutare la sua presenza, soprattutto se si ripresenta con una certa frequenza o se il quadro sintomatologico si prolunga nel tempo o tende a complicarsi con l’insorgenza di febbre, mal di schiena o dolore irradiato al fianco, quando le urine divengono maleodoranti, torbide o presentano tracce di sangue o, infine, quando la disuria assume le caratteristiche della stranguria, associandosi alla sensazione di tensione o dolore alla vescica, e della pollachiuria o, all’opposto, trasformarsi in oliguria o anuria.
La disuria può dipendere da molte patologie, in particolare da disturbi urinari: nelle donne la causa più frequente sono le infezioni del tratto urinario, in particolare della vescica (cistite), che è caratterizzata anche dal continuo bisogno di urinare, da una sensazione di svuotamento vescicale incompleto, da dolore al basso ventre e bruciore alla vescica; in alcuni casi si possono associare cistite e dolori lombari o sensazione di pesantezza alla vescica, mentre in altri la cistite si sviluppa senza dolore né bruciore.
Negli uomini le cause più frequenti di disuria sono l’infezione dell’uretra (uretrite, che si manifesta con dolore e bruciore all’uretra, che si intensificano durante la minzione) e i disturbi della prostata.
L’eziopatogenesi della disuria può essere ascritta a due grandi gruppi di cause:
→ insufficienza dei mezzi d’espulsione dell’urina, per alterazioni anatomiche del muscolo detrusore vescicale stesso (sclerosi senile, tubercolosi vescicale, …), o per alterazioni anatomiche o funzionali del sistema nervoso centrale determinanti paresi o paralisi del muscolo detrusoriale della vescica (tabe, compressioni midollari, isterismo, nevrastenia, alcoolismo, tossiemie varie), oppure determinanti stati spastici dello sfintere membranoso o dei muscoli perineali, provenienti da infiammazioni della vescica o dell’uretra (cistite primitiva o da corpi estranei, uretriti …);
→ ostacoli lungo le vie d’eliminazione dell’urina per alterazioni anatomiche dell’apparecchio urinario (atresia del meato, ipertrofia prostatica, restringimenti uretrali, calcoli o tumori vescicali o uretrali …).
Le donne in gravidanza, le persone con diabete e quelle con patologie a carico della vescica tendono ad essere più soggette a disuria.
la gestione della disuria e la sua prevenzione
I disturbi della minzione possono avere un profondo impatto sul ben-essere (sia esso emotivo, psicologico e sociale) delle persone e, allo stesso tempo, essere espressione non solo di condizioni mediche sottostanti, ma anche disturbi somatici localizzati a livello delle vie urinarie: innanzitutto, l’artigiano della salute deve necessariamente considerare eventuali anomalie nell’attività vescicale come sintomi, valutando se debbano essere identificate in espressioni di un disagio o di una disfunzione, se viceversa debbano essere affrontate da un punto di vista medico (indirizzando chi presenta tali squilibri al medico competente) o se, come spesso accade, siano una commistione dei due aspetti.
Nello specifico, per poter affrontare la disuria con cognizione di causa, occorre individuare quali possano essere le cause sottostanti: in genere, prima dell’intervento del professionista del ben-essere, è opportuno che venga effettuato un esame delle urine con urinocoltura per verificare la presenza di batteri o altri patogeni o altri possibili fattori causali responsabili dell’alterata minzione; allo stesso modo è opportuno, soprattutto in caso di gravi e ripetute alterazioni della minzione, indirizzare chi soffre di questi disturbi ad effettuare ulteriori test diagnostici, come un’ecografia della vescica o dell’area pelvica, con particolare attenzione alla prostata nell’uomo o, qualora l’anamnesi possa far sospettare una malattia a trasmissione sessuale, l’esecuzione di un tampone uretrale o vaginale.
L’artigiano della salute può, attraverso una valutazione multidimensionale ed una corretta anamnesi, identificare e, ove possibile, intervenire sui vari agenti causali, i differenti fattori predisponenti o cofattori eziologici, le varie spine irritative che possono favorire l’insorgenza di questo scompenso, partendo dal triangolo della salute, ovvero dalla consapevolezza che ogni aspetto dell’essere umano influenza l’altro.
la riequilibrazione basata sul test muscolare permette di identificare, nell’ambito della poliedricità causale, le priorità su cui intervenire per non limitarsi al semplice regresso dello stato infiammatorio ma piuttosto per normalizzare lo stato di equilibrio e buon funzionamento delle relazioni neuro-tendino muscolari.
è in grado di intervenire sia sul disagio emotivo, sia orientando il proprio lavoro per integrare attraverso nutraceutici specifici i bisogni nutrizionali e sostenere fisicamente l’organismo nell’affrontare la recrudescenza sintomatologia;
La disuria non si può prevenire, ma si possono adottare misure igieniche e uno stile di vita che favoriscono la salute del tratto urinario e contrastano la possibilità di contaminazione da agenti patogeni.
È importante per esempio bere ogni giorno la corretta quantità di liquidi (almeno due litri di acqua al giorno), lavarsi le mani prima e dopo aver utilizzato il bagno, praticare una corretta igiene intima e cambiare frequentemente tamponi e assorbenti.
« Indice del Glossario