ultimo aggiornamento: 14 Maggio 2018 alle 16:30
Dal greco ἡμέρα (iméra →giorno) e ἀλαωπός (alaopós → cieco), costituito da ἀλαός (alaós → che non vede) + ὤψ (óps → occhio): chiamata, talvolta, anche esperanopia, indica la facoltà deficitaria di adattamento visivo alla luce scarsa o crepuscolare in soggetti con visione diurna normale; il termine, in passato, era utilizzato impropriamente per designare la cecità di diurna associata alla visione di notte. Il soggetto emeralopo è in grado di vedere correttamente solo dopo qualche ora di soggiorno alla semioscurità. Pur potendo essere un difetto ereditario (emeralopia essenziale), si può manifestare in situazioni di stress, può essere determinato da stati d’esaurimento, da carenze di vitamina A, da stati d’edema retinale o alterazione delle membrane oculari (emeralopia delle degenerazioni tapeto-retiniche), o da scotomi che normalmente non influiscono sulla visione quando s’è in piena luce, ma che si evidenziano in caso di scarsa illuminazione. Le forme acquisite possono esprimere, essenzialmente, un’insufficiente produzione a livello epatico, o un ostacolato assorbimento a livello intestinale della vitamina A. I sintomi che accompagnano l’emeralopia sono essenzialmente tendenza alla xeroftalmia (secchezza dell’occhio) ed emicrania. La vitamina A (detta anche retinolo) condiziona la sintesi della rodopsina, substrato chimico del fenomeno dell’adattamento visivo all’oscurità: la rodopsina è un pigmento contenuto nei bastoncelli retinici (gli elementi deputati alla visione crepuscolare), risultante dalla coniugazione di una proteina col carotenoide retinene; per azione della luce la rodopsina si scinde reversibilmente nella proteina base (detta opsina) e nel retinene (aldeide del retinolo), che può essere trasformato nuovamente in vitamina A: in presenza di quest’ultima, all’oscurità, avviene di nuovo la sintesi della rodopsina. Si differenzia dalla nictalopia in quanto questa patologia indica difficoltà di visione al buio; patologia opposta è la emeranopìa, diminuzione o abolizione della capacità visiva nelle ore diurne con conservazione della visione notturna.
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