fibre di Sharpey

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definizione

Conosciute anche col nome di fibre ossee, fibre perforanti o, con il loro nome più arcaico claviculi di Gagliardi (da Domenico Gagliardi che le descrisse nel 1689.), le fibre di Sharpey sono una matrice di tessuto connettivo costituita da fasci di fibre di collagene forti che collegano il periostio all’osso (fanno parte dello strato fibroso esterno del periostio, entrando nelle lamelle circonferenziali e interstiziali esterne del tessuto osseo) o che, a livello dell’entesi, permettono ai muscoli di inserirsi saldamente al periostio osseo fondendosi con il periostio fibroso e con l’osso sottostante.

Nel cranio la funzione principale delle fibre di Sharpey è quella di legare le ossa craniche in modo fermo ma mobile; sono più numerose nelle zone dove le ossa sono soggette alle maggiori forze di separazione, mentre nella colonna vertebrale, fibre simili uniscono il disco intervertebrale alle vertebre adiacenti. Nei denti, le fibre di Sharpey sono le estremità terminali delle fibre principali (del legamento parodontale) che si inseriscono nel cemento e nel periostio dell’osso alveolare: sono numerosissime nella guaina periodontale a livello della radice del dente: penetrano da un lato nel cemento, dall’altro nell’osso alveolare, assicurando la fissità del dente.

Ogni fibra è accompagnata da un’arteriola e da una o più fibre nervose; prendono il loro nome dall’anatomista scozzese William Sharpey che le riscoprì e descrisse nel 1846: sono costituite da fasci collageni o fibroelastici con matrice non calcificata o soltanto parzialmente calcificata, rappresentando in parte un residuo dell’osso fetale a fibre collagene intrecciate; le fibre di Sharpey contribuiscono, insieme ai vasi sanguigni perforanti, ad ancorare saldamente il periostio al sottostante osso e sono parzialmente in continuità con i tendini ed i legamenti a livello della loro inserzione sull’osso.

 

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