flato vaginale

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definizione

La locuzione «flatus vaginalis» viene usata per indicare un rumore vaginale tipicamente descritto come un suono molto debole, ma nel contempo molto simile a quello che si verifica in caso di flatulenza anale: generalmente dovuto a due tipi di fenomeni completamente differenti per natura.

L’emissione o espulsione di aria dalla vagina può verificarsi durante o dopo un rapporto sessuale o altri atti sessuali, nello stretching o nell’esercizio fisico oppure come manifestazione della presenza di una fistola retto-vaginale: il suono è in qualche modo paragonabile al rumore prodotto da un peto o, appunto, un flato anale ma, tranne che nel caso della fistola retto-vaginale, non coinvolge i gas di scarico e quindi spesso non ha un odore specifico associato.

Viene talvolta chiamato, in inglese, «queef» o «vart» (crasi di «vaginal fart» → scoreggia vaginale), richiamando la definizione francofona «pet vaginal».

flato coitale

Il flato vaginale può essere definito come l’espulsione o l’emissione rumorosa di aria dalla vagina, che si può manifestare durante l’atto sessuale; il nome è dovuto al fatto che il suono prodotto è simile a quello prodotto dalla normale flatulenza rettale: durante l’attività sessuale, la penetrazione del pene in vagina può comprimere aria nella vagina e quando tale aria si espande, in seguito all’uscita del membro maschile, si può produrre un caratteristico rumore.

Secondo alcuni autori durante il rapporto sessuale l’aria può essere letteralmente risucchiata dalla vagina, rimanere intrappolata nel fornice vaginale posteriore e, probabilmente in conseguenza di movimenti improvvisi, essere rilasciata producendo il tipico rumore; per questo si parla di “stantuffamento penetrativo”: la penetrazione, anche quella digitale («fingering») o dei sex toys, è in grado di accumulare aria nel fornice vaginale posteriore che viene infine rilasciata a conclusione dell’atto sessuale o a seguito di uno smottamento improvviso del pavimento pelvico.

Per quanto l’insufflazione di aria all’interno del canale vaginale, durante il cunnilingus, generalmente non causi problemi, sarebbe comunque opportuno evitare di soffiare intenzionalmente aria con forza nella cavità vaginale, in quanto, seppure in casi molto rari, può essere pericoloso per la donna e, se incinta, per il feto.

Per quanto potenzialmente disturbante o imbarazzante, il flato vaginale che si manifesta durante il coito, non ha significato clinico dipendendo sia dalla forma della vagina che del pene e dalla posizione assunta durante il coito; può anche essere indotta autonomamente tramite contrazione dei muscoli vaginali con conseguente contenimento d’aria e rilascio. Potenzialmente si può capitare a chiunque e in circostanze differenti dal rapporto sessuale in quanto, in ogni situazione in cui l’aria trova un facile accesso alla vagina, come ad esempio durante un allenamento in palestra, una lezione di yoga od una corsa, possono manifestarsi rumori associati al trattenimento e consequenziale rilascio dell’aria dal canale vaginale.

fistola retto-vaginale

Qualora il rilascio rumoroso di aria non avvenga durante i rapporti sessuali o l’attività fisica e, soprattutto, sia accompagnato da cattivo odore che ricorda il materiale fecale, si deve sospettare che rappresenti la manifestazione di una sopravvenuta soluzione di continuità anatomica tra il retto e la vagina a seguito di una lesione perforante le pareti dei due organi, definita fistola retto-vaginale o fistola colo-vaginale: mentre indicativamente il 10% delle donne presenta aria in vagina, senza che ci siano conseguenze, la presenza di una marcata distensione della vagina dovuta ad aria, rilevabile tramite tomografia, deve far pensare ad una fistola entero-vaginale.

In questi casi il flatus vaginale rappresenta l’emissione di gas prodotti nel retto e passati in vagina per la lesione perforante i tessuti dei due organi: la fistola retto-vaginale è l’agente causale flatus ed è una complicanza di malattie infiammatorie croniche intestinali, come ad esempio il morbo di Chron, di traumi ostetrici, della chirurgia pelvica, della radioterapia o di traumi di differente origine; talvolta il flato è la conseguenza di una fistola dovuta a escissione di una ghiandola del Bartolini infiammata.

Questa condizione può portare a infezioni del tratto urinario e altre complicazioni ed essere il di un prolasso genitale femminile interno, condizione causata talvolta dal parto.

«flatus vaginalis» e Kinesiologia Transazionale®

Per quanto il «flatus coitalis», cioè il flato vaginale che si manifesta durante i rapporti sessuali o nelle situazioni assimilabili, non debba essere considerato un sintomo patologico, qualora si ritenga opportuno intervenire, la Kinesiologia Transazionale® mette a disposizione tecniche di riequilibrazione del bacino e della muscolatura pelvica che, non solo possono normalizzare le situazioni alla base del trattenimento di aria in vagina, ma possono anche sulle alterazioni del pavimento pelvico, potenzialmente responsabili di incontinenza urinaria o prolasso rettale.

Infatti, il «flatus vaginalis», pur essendo considerato da alcuni autori un indice di appagamento per il fatto che i muscoli perineali sono rilassati durante il coito, talvolta deve essere considerato un indicatore di disergia o dissinergia del pavimento pelvico, soprattutto se sono presenti alterazioni della fionda pubo-rettale che condizionano la corretta evacuazione fecale, dispareunia, dismenorrea o crampi della muscolatura pelvica.

ginnastica pelvica

Se il disturbo è causato dall’emissione rumorosa di aria dalla vagina durante o subito dopo il coito, gli esercizi per aumentare il tono del pavimento pelvico potrebbero essere utili per contrastare la penetrazione d’aria durante l’atto stesso e quindi prevenire il flato: gli esercizi di Kegel, che consistono in contrazioni e rilassamenti ripetuti dei muscoli del pavimento pelvico ed in particolare nel rafforzamento dei muscoli pubo-coccigei, sono forse i più conosciuti; benché la reale efficacia di tali esercizi per il flato vaginale sia incostante, sono comunque utili nel trattamento dell’incontinenza urinaria e del prolasso rettale.

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