ultimo aggiornamento: 23 Febbraio 2025 alle 15:00
definizione
Rappresenta la capacità di variare, modificarsi ed adattarsi a situazioni o condizioni diverse: in un soggetto sano ed attivo la flessibilità contribuisce a mantenere una corretta postura, ad economizzare i gesti, a migliorare l’ergonomia e l’economia del movimento; dal latino flexibilitas (→ essere flessibile) derivato da flexibĭlis (→ che può flettersi, piegarsi, che può variare, modificarsi, adattarsi a differenti condizioni), dalla radice flectĕre (→ piegare).
Le articolazioni richiedono un movimento attraverso un’ampia gamma di movimento (R.O.M.) per mantenere la salute della cartilagine e di altre strutture all’interno dell’articolazione garantendo un maggiore apporto di sangue e nutrienti alle strutture articolari ed un incremento nella quantità del liquido sinoviale articolare: il miglioramento può essere particolarmente evidente nelle articolazioni portanti come fianchi e ginocchia.
I muscoli che non sono flessibili si stancano più rapidamente, facendo sì che i gruppi muscolari opposti lavorino di più: l’affaticamento muscolare può portare a lesioni muscolari ed all’incapacità dei muscoli di proteggere le articolazioni da lesioni più gravi; ad esempio, i muscoli posteriori della coscia svolgono un ruolo nella stabilizzazione del ginocchio e nella prevenzione delle rotture del legamento crociato anteriore.
Una ridotta flessibilità può anche portare a uno stress anomalo su strutture e tessuti distanti dal sito iniziale di inflessibilità, come accade nella tendinite al ginocchio che può essere correlata alla tensione del polpaccio.
descrizione flessibilità articolare
La flessibilità è la capacità di un’articolazione o di una serie di articolazioni di muoversi attraverso un intervallo di movimento (R.O.M.) senza restrizioni e senza dolore: sebbene la flessibilità vari ampiamente da persona a persona, sono necessari intervalli minimi per mantenere la salute dell’articolazione e del corpo intero; molte variabili influenzano la perdita della normale flessibilità articolare, tra cui lesioni, inattività o mancanza di stretching. L’intervallo di movimento sarà influenzato dalla mobilità dei tessuti molli che circondano l’articolazione, ovvero muscoli, legamenti, tendini, capsule articolari e pelle.
La flessibilità è propria per ogni articolazione, essendo correlata alle caratteristiche intrinseche dello snodo od allo stato funzionale di quella specifica giuntura ed è diversa per ciascun individuo; viene influenzata da fattori fisiologici, quali età, sesso, temperatura, condizioni somato-emotive, oltre che dalle strutture anatomiche articolari: in tutte le articolazioni, i cosiddetti tessuti molli (capsula articolare, tessuti connettivali) assieme al muscolo ed all’entesi, sono quelli che influenzano e vincolano maggiormente il grado di mobilità e libertà articolare, determinando la maggior resistenza alla flessibilità ad angoli medi di movimento, mentre agli angoli estremi del range articolare, il maggiore effetto limitante e resistente è offerto dai tendini. I vincoli e le costrizioni prodotte dai tessuti molli o la flessibilità, possono essere modificate dall’attività specifica, vista la natura elastica di alcuni di questi tessuti.
Si distingue una flessibilità dinamica (flessibilità cinetica), che esprime la capacità di svolgere movimenti muscolari dinamici (o cinetici) per portare un arto ad estrinsecare la sua intera gamma di movimenti articolari, ed una flessibilità statica (flessibilità attiva o passiva) che rappresenta l’abilità di assumere e mantenere posizioni distese, usando solo la tensione dei muscoli agonisti e dei muscoli sinergici, mentre sono allungati i muscoli antagonisti.
Si parla di flessibilità statica attiva, quando entrano in azione i muscoli che distendono gli antagonisti, cioè è influenzata dalle capacità di contrazione dei muscoli agonisti; di flessibilità statica passiva, quando il movimento è conseguenza dell’inerzia o della gravità o del semplice peso del corpo; di flessibilità statica mista dovuta all’interazione delle due precedenti in forma varia.
Un eccesso di flessibilità porta spesso a lassità articolare ed instabilità, provocando problemi gravi quanto un suo difetto: deve esistere un punto di equilibrio fra flessibilità e stabilità; maggiore è la flessibilità, minore è il supporto offerto dai muscoli stabilizzatori, motivo per cui una flessibilità eccessiva può diventare pericolosa al pari di una ridotta mobilità articolare, in quanto entrambe le circostanze aumentano il rischio di lesioni. Il rapporto fra flessibilità e forza è un altro fattore critico, per l’organismo: la forza costituisce un elemento limitante della mobilità attiva, mentre svolge un ruolo primario nella capacità di mobilità nel suo complesso; l’attività fisica dovrebbe avere l’obiettivo di mantenere rapporti armonici fra forza e flessibilità.
migliorare la flessibilità
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