definizione
Acronimo (in inglese) di “fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides, and polyols”, ovvero oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili: carboidrati a catena corta, scarsamente assorbiti nell’intestino tenue, che sono facilmentie soggetti a fermentazione nel colon ad opera del microbiota intestinale e, per la loro igroscopicità, tendono ad assorbire acqua.
descrizione
La famiglia dei F.O.D.M.A.P. include:
→ fruttani, polimeri oligosaccaridici a catena corta del fruttosio, presenti negli stessi cereali che contengono il glutine: grano, orzo, segale e farro (ma non nel riso); le possibili fonti alimentari oltre ai cereali, includono cipolla, aglio, topinambur e carciofo, barbabietola rossa, foglie di tarassaco, la parte bianca dei porri, la parte bianca del cipollotto, cavoletti di Bruxelles, verza, mentre asparagi, finocchi, cavoli rossi e radicchio ne contengono quantità moderate. Questi alimenti in genere contengono anche i frutto-oligosaccaridi (F.O.S.), l’oligofruttosio e l’inulina.
→ galatto-oligosaccaridi (detti G.O.S.: sostanze formate da galattosio e glucosio, normalmente presenti nel latte materno, anche se possono essere prodotti a partire dal lattosio per l’azione dell’enzima β-galattosidasi; lo stachiosio, il raffinosio, il verbascosio sono esempi di questa famiglia, presenti nelle leguminose (i fagioli sono le principali fonti alimentari, mentre fagiolini e lenticchie ne contengano quantità relativamente basse), fabacee (lupini e fagiolo indiano), crucifere: nell’uomo, questi oligosaccaridi non vengono digeriti, per la mancanza degli enzimi specifici, pertanto passano nell’ultimo tratto dell’intestino dove sono metabolizzati dai batteri presenti, causando disturbi come meteorismo e flatulenza.
→ lattosio (disaccaride, formato da glucosio e galattosio, anche esso appartenente ai G.O.S.): l’intolleranza al lattosio è una condizione comune causata da una ridotta capacità di digerire il lattosio, uno zucchero presente nei latticini; chi soffre di questo disturbo hanno una differente soglia di reattività, ovvero variano nella quantità di lattosio che possono tollerare prima che si sviluppino i sintomi, che possono includere dolore addominale, gonfiore, diarrea, flatulenza e nausea.
→ fruttosio (monosaccaridi): il malassorbimento di questo monosaccaride, chiamato anche intolleranza alimentare al fruttosio (D.F.I., cioè dietary fructose intolerance), è un disturbo digestivo in cui l’assorbimento del fruttosio è compromesso dalla carenza di recettori specifici, con il conseguente aumento della concentrazione di fruttosio nell’intero intestino.
→ alcoli di zucchero (polioli), come sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo ed i dolcificanti artificiali poliolici: i polioli si trovano naturalmente in alcuni frutti (in particolare le drupacee), tra cui mele, albicocche, avocado, more, ciliegie, litchi, nettarine, pesche, pere, prugne, prugne, anguria e in alcune verdure, tra cui cavolfiori, funghi, taccole e piselli rognoni; cavolo, cicoria e finocchio ne contengono quantità moderate. I polioli usati artificialmente come dolcificanti sfusi aggiunti a cibi e bevande preparati commercialmente includono isomalto, maltitolo, mannitolo, sorbitolo e xilitolo ed hanno la capacità di esacerbare l’effetto dei galattani quando vengono consumati.
La maggior parte dei F.O.D.M.A.P. è naturalmente presente negli alimenti e nella dieta umana, ma i polioli possono essere aggiunti artificialmente negli alimenti e nelle bevande preparati commercialmente.
F.O.D.M.A.P. e metabolismo intestinale
I F.O.D.M.A.P. hanno un comportamento ambivalente: sicuramente devono essere considerati nutrienti ad effetto nutritivo o fisiologico, in quanto possono svolgere azione prebiotica, essendo utilizzati in particolare dai bifidobatteri, favorendone pertanto la loro proliferazione nell’intestino umano; in questo senso .possono essere utilizzati per mantenere in salute la flora batterica intestinale e migliorare in generale lo stato di salute dell’intestino, e secondo diversi studi sarebbero anche in grado di ridurre la presenza nel tratto gastro-intestinale di microrganismi potenzialmente patogeni.
D’altra parte possono causare disturbi digestivi in alcune persone: molti F.O.D.M.A.P. possono accentuare la fermentazione intestinale, provocando meteorismo, flatulenza e, in alcuni soggetti che presentano l’ipersensibilità alla distensione luminale e/o una propensione all’eccessiva ritenzione idrica e alla produzione e accumulo di gas, possono causare notevoli disturbi, anche se non causano direttamente infiammazione intestinale; anzi, come anticipato, i F.O.D.M.A.P. presenti in natura possono aiutare a prevenire il disagio digestivo in quanto in grado di produrre modifiche benefiche nella flora intestinale e della microbioma.
Pur non essendo direttamente responsabili dei processi infiammatori intestinali, una dieta a basso contenuto di F.O.D.M.A.P., può migliorare i sintomi gastro-intestinale negli adulti con sindrome dell’intestino irritabile (I.B.S.), disturbi gastrointestinali funzionali (F.G.I.D.) e processi infiammatori cronici (I.B.D. e M.I.C.I.).
I F.O.D.M.A.P., in particolare i fruttani, sono presenti in piccole quantità nei cereali contenenti glutine e sono stati identificati come possibile causa di sintomi nelle persone con sensibilità al glutine non celiaca: in particolare sono associabili ad alcuni sintomi gastrointestinali, come il gonfiore, ma non ai sintomi extra-digestivi di questa forma di “allergia non-allergica”, come i disturbi neurologici, la fibromialgia, i disturbi psicologici e le dermatiti.
Alcuni F.O.D.M.A.P., come il fruttosio, vengono prontamente assorbiti nell’intestino tenue, anche se la velocità di assorbimento dalla concentrazione dei recettori specifici a livello del lume intestinale; questo spiega perchè in alcuni soggetti, con minor densità recettoriale, li rende disponibili all’utilizzo da parte della flora intestinale con un incremento della produzione di gas e, potenzialmente, gonfiore e flatulenza: anche se i F.O.D.M.A.P. possono causare alcuni disturbi digestivi in alcune persone, solitamente non solo non causano infiammazione intestinale, ma aiutano a prevenirla perché producono alterazioni benefiche nella flora intestinale che contribuiscono a mantenere la buona salute del colon. I F.O.D.M.A.P. non sono la causa né della sindrome dell’intestino irritabile né di altri disturbi gastrointestinali funzionali, ma piuttosto alcune persone sviluppano sintomi qualora si osservi un malassorbimento del fruttosio e/o intolleranza al lattosio che possono produrre sintomi.
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