definizione
Termine generico per indicare un dolore localizzato allo stomaco o nell’area gastrica: caratterizzato da dolori accessionali, crampiformi, che insorgono improvvisamente, accompagnati da senso di malessere, vomito, che cominciano all’epigastrio e si diffondono in diverse direzioni per lo più posteriormente e superiormente; la durata e la frequenza degli accessi è variabile e la sensazione dolorosa tende, in genere, a scomparire lentamente. Dal greco γαστήρ (gastro → ventre, stomaco) e ἄλγος (algos → dolore): costituisce spesso un sintomo di affezioni gastriche, ma può essere l’espressione di infiammazione degli organi viciniori, ma anche, per via riflessa, come conseguenza di patologie a carico del cuore, dell’appendice, del colon o come conseguenza della neurosi gastrica, che è forse la più frequente delle neurosi sensitive, o come somatizzazione di stati di eccitazione psichica. Può essere considerato un sinonimo di epigastralgia.
classificazione della gastralgia
La gastralgia può essere anche un sintomo di alterazioni del chimismo gastrico (iperacidità), di lesioni dello stomaco (gastrite, ulcera …): mentre le forme primitive sono indipendenti dai pasti, le gastralgie dovute a una lesione organica dello stomaco dimostrano uno stretto rapporto con l’ingestione dei cibi.
A livello della regione epigastrica converge il dolore elettivo dello stomaco, duodeno, vie biliari e pancreas; la gastralgia è il principale sintomo dei soggetti con ulcera duodenale: in genere il dolore è descritto come vago disagio, come crampo, oppure come dolore urente che si irradia preferibilmente a destra. Una caratteristica peculiare è la temporalità nel corso della giornata (1÷3 ore dopo i pasti e nella notte) e nel corso delle stagioni (accentuazione in primavera-autunno); spesso un grande numero di persone affette dall’ulcera duodenale riferisce beneficio dall’assunzione di cibo.
Nell’ulcera gastrica il dolore epigastrico è localizzato sulla linea mediana e riconosce una ritmicità con i pasti (1÷2 ore dopo), anche se esiste una maggiore irregolarità dei sintomi se paragonata all’ulcera duodenale: solitamente il dolore è sordo, diffuso, spesso accompagnato a vomito, potendo essere espressione di una gastrite acuta (da sostanze irritanti o medicamenti gastrolesivi).
Un dolore epigastrico irradiato al dorso, dapprima episodico e successivamente costante, con decadimento ingravescente delle condizioni generali, è spesso espressione di una patologia pancreatica.
Solitamente la pressione sull’epigastrio allevia il dolore.
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