definizione
In medicina, con il termine incontinenza il malfunzionamento di una valvola o di un organo incapace di esplicare la propria funzione fisiologica di chiusura, causando la fuoriuscita del contenuto del viscere o dell’organo; per questo il termine più corretto sarebbe incontinenza sfinterica in quanto si deve supporre la presenza di una patologica deficienza dello sfintere a regolare e controllare il transito del contenuto da un viscere o un organo cavo ad un altro o da uno di questi verso l’esterno; le manifestazioni di incontinenza più significative, da un punto di vista clinico, sono l’incontinenza dello sfintere del retto o incontinenza ano-rettale o incontinenza della vescica (detta anche incontinenza vescicale), ove lo svuotamento non è più controllato dalla volontà, mentre si parla di incontinenza notturna riferendosi all’enuresi. Dal latino incontinentia, derivato di incontĭnens , che indica la in– (negazione) di contĭnens, participio presente di continēre (→ racchiudere, cingere, trattenere, tenere fermo, mantenere al proprio posto), col significato di non capace di contenere e racchiudere, di limitare.
Pertanto, quando si parla di incontinenza vescicale (o incontinenza urinaria) si suole descrivere la perdita “involontaria”, senza controllo, di urina attraverso l’uretra in luoghi e tempi inappropriati, per l’incontinenza dello sfintere vescicale (detto anche sfintere urinario o sfintere uretrale): se a questa incapacità di contenere l’urina si aggiunge il carattere di urgenza, cioè un desiderio intenso e improvviso di urinare, seguito da una perdita involontaria di urina, per cui al mitto imperioso si aggiunge l’incontinenza urinaria dipendente dall’urgenza minzionale.
stimolo minzionale e urgenza
Il progressivo riempimento di urina della vescica provoca la stimolazione dei recettori localizzati sulle pareti vescicali, che hanno il compito di informare il sistema nervoso che permette di percepire il progressivo stiramento delle pareti stesse: questo segnale consente al cervello di valutare il grado di distensione della vescica portando, una volta raggiunto un valore soglia di tensione della muscolatura vescicale, di generale lo stimolo ad urinare, cioè a contrarsi per svuotarsi delle urine; normalmente, in tutte quelle situazioni in cui non è possibile urinare, il nostro cervello inibisce le contrazioni della vescica necessarie per l’emissione delle urine fino al momento in cui raggiungiamo una situazione ottimale, garantendo la continenza.
Occorre ricordare che per attivare la minzione, la muscolatura della vescica si contrae dando un breve preavviso, da qualche secondo fino a un minuto: si parla di incontinenza urinaria quando uno stimolo urgente ed improcrastinabile di urinare provoca una perdita involontaria parziale o totale delle urine, per l’incapacità di contenere lo stimolo, perchè la vescica si contrae prima che il cervello ne inibisca la contrazione e porti alla coscienza lo stimolo della minzione; spesso è una forma di “vescica iperattiva” ovvero è il sintomo principale della sindrome da vescica iperattiva, caratterizzata anche dall’incremento della frequenza urinaria (poliuria oppure pollachiuria) sia diurna, sia notturna (nicturia). L’incontinenza da urgenza si differenzia dall’incontinenza da sforzo (o incontinenza da stress), perchè in questo caso la perdita di urina avviene durante un’attività fisica, un colpo di tosse o un movimento.
fattori scatenanti
Le cause più comuni dell’incontinenza da urgenza riguardano malattie neurologiche, che possono alterare o interrompere la comunicazione tra cervello e vescica, mentre tra i fattori scatenanti o quelli che possono aggravare questa condizione, ci sono le infezioni, spesso silenti, causate da batteri o altri microorganismi, che provocano infiammazioni croniche della vescica.
Il bisogno impellente di urinare è spesso associato alla sindrome da vescica iperattiva, caratterizzato, appunto, dal bisogno di urinare frequentemente e con urgenza, associato alla perdita involontaria di urina subito dopo aver avvertito la necessità di fare mingere: il principale fattore di rischio è rappresentato dall’età, benché la sindrome possa colpire anche le persone più giovani; la menopausa, le infezioni alle vie urinarie, le malattie nervose, l’obesità, precedenti interventi chirurgici o assunzione di alcuni farmaci, possono essere ulteriori elementi scatenanti.
quale terapia?
Identificare le cause della contrazione della vescica, prima che il cervello ne possa inibire la contrazione, è la chiave per poter risolvere l’incontinenza da urgenza. Ad esempio, il trattamento dell’incontinenza da urgenza in corso di cistite, passa attraverso l’identificazione dei germi che hanno causato la cistite e la loro eliminazione dalle vie urinarie: risolta l’infezione, cessa l’infiammazione e la vescica non ha più stimoli che la irritano e la fanno contrarre.
riabilitazione del pavimento pelvico, la stimolazione del nervo tibiale posteriore (nervo pudendo), neuromodulazione sacrale. per l’incontinenza da urgenza è possibile provare con l’elettrostimolazione delicata dei nervi sacrali
rilassamento della muscolatura della parete vescicale
l’allenamento della vescica, gli esercizi di Kegel e le tecniche di rilassamento.
Se insorge l’urgenza di urinare, la persona può provare a rilassarsi, stando in posizione eretta o sedendosi oppure contraendo il pavimento pelvico.
Altre cause di incontinenza da urgenza con infiammazione da danni fisici (post irradiazione, post ostruzione) o da cause neurologiche, richiedono l’impiego di farmaci. Ne esistono fondamentalmente 3 categorie adatte allo scopo: anticolinergici, antimuscarinici e beta stimolanti. Tutte queste categorie agiscono sui recettori che governano la contrazione della vescica. Bisogna ricordare che i recettori della vescica non sono diversi dai recettori in altri organi del corpo umano.
Essendo tali farmaci non specifici, anche se taluni sono piuttosto selettivi, possono avere effetti collaterali anche importanti
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