definizione
L’insieme dei valori, delimitato da un limite inferiore ed un limite superiore, che definisce i livelli considerati normali per un determinato parametro misurato in un esame: definito anche con locuzioni quali “range di normalità”, “valori standard”, “valori normali”, indica i set-point entro i quali è possibile circoscrivere i risultati di un test riconoscendoli come i più frequenti nella distribuzione dei dati e definendoli come indicatori di “normalità” (ovvero di “non malattia”); il range di normalità indica, al contempo, i valori soglia al di sotto dei quali (sottoliminali) o al di sopra dei quali (sopraliminali) si ritiene che sia presente una disfunzione o una patologia.
Gli intervalli di riferimento comprendono i valori attesi nella popolazione sana e per questo motivo nel linguaggio comune vengono indicati come “valori normali”: sono utilizzati come linee guida (erroneamente) per distinguere la condizione di salute dalla malattia: indipendentemente dalla sensibilità e dalla specificità del test diagnostico, un risultato “normale” non indica necessariamente che una persona è sana sebbene il risultato dell’esame rientri all’interno dei valori di riferimento, così come un risultato “alterato” non è necessariamente indice di malattia in quanto la presenza di un risultato al di fuori dell’intervallo di riferimento non indica necessariamente la presenza di una patologia; per la maggior parte dei test esiste una certa sovrapposizione tra i risultati possibili nella popolazione sana ed in quella malata, in quanto gli intervalli di riferimento vengono creati sulla base di elaborazioni statistiche effettuate sulla popolazione sana, pertanto è possibile che esistano persone sane con, fisiologicamente, i valori di alcuni esami al di fuori degli intervalli di riferimento, o che cadono vicini agli estremi dell’intervallo.
Per alcuni analiti non sono disponibili unici intervalli di riferimento applicabili a chiunque, in quanto esistono molti fattori che possono determinare delle variazioni degli intervalli di riferimento, come il sesso, l’età o altre caratteristiche: il range di normalità descrive valori “tipici” per un certo gruppo di persone e, per la valutazione degli esiti dei test, è necessario eseguire il confronto con persone appartenenti a gruppi con caratteristiche analoghe a quelle del soggetto in esame.
Il medico e biochimico svedese Helge Erik Solberg affermava che «lo scopo dei valori di riferimento, e dei limiti di riferimento o degli intervalli derivati da loro, è di fornire la base per interpretare i risultati di laboratorio ottenuti durante le valutazioni cliniche».
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