loggia posteriore della coscia

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ultimo aggiornamento: 4 Marzo 2025 alle 15:51

definizione

Il segmento dell’arto inferiore situato tra l’anca e il ginocchio è chiamato coscia, dal latino cŏxa (→ anca), rappresentando la regione anatomica del corpo umano compresa tra la pelvi, in posizione prossimale, e la gamba, in posizione distale; anatomicamente corrisponde all’area del femore, ed è rivestito da parti molli formate da una massa muscolare, con vasi, nervi, tessuti connettivali e tegumenti, avvolta da una lamina fibrosa che suddivide i muscoli in tre gruppi che corrispondono alle tre logge (o compartimenti) in cui  suddivisa la coscia.

La loggia posteriore della coscia è un’unità funzionale della parte inferiore del corpo che aiuta a collegare il bacino al ginocchio: svolge un ruolo significativo nella biomeccanica degli arti inferiori, del bacino e dell’apparato locomotore, grazie all’azione dei tre muscoli di questo comparto, che  stabilizzano il ginocchio e aiutano a mantenere una postura equilibrata del bacino.

Il femore è la struttura ossea che fornisce supporto ai muscoli, ai nervi e alla vascolarizzazione nella coscia posteriore; è separata dal compartimento anteriore della coscia dal setto intermuscolare laterale crurale e dalla loggia mediale della coscia dal setto intermuscolare posteriore crurale.

All’interno della coscia posteriore, varie strutture neurovascolari e linfatiche aiutano a spostare il fluido da e verso l’arto inferiore; i nervi della coscia posteriore originano dal plesso lombare e dal plesso sacrale: il nervo sciatico, dopo aver perforato il grande forame sciatico, viaggia lungo la coscia posteriore posteriormente al capo lungo del bicipite femorale, innervando, con i suoi due rami, tutto il compartimento posteriore della coscia.

muscoli del compartimento posteriore della coscia

I muscoli che compongono il compartimento posteriore della coscia sono collettivamente, e più comunemente, noti come muscoli ischiocrurali, costituiti dal muscolo bicipite femorale (capo corto e lungo), dal muscolo semitendinoso e dal muscolo semimembranoso, che, con la loro azione, partecipano ad azioni complesse come la stazione eretta, il camminare ed il correre; ad eccezione del capo corto del bicipite femorale, gli altri muscoli posteriori della coscia si estendono per tutta la lunghezza del femore, dall’anca al ginocchio: mettendo in connessione la pelvi posteriore con la tibia ed il perone prossimali, i muscoli posteriori della coscia forniscono movimento sia all’articolazione femoro-acetabolare (articolazione dell’anca) sia all’articolazione tibio-femorale (articolazione del ginocchio): quando sono attivati nella catena cinetica aperta consentono l’estensione dell’anca e la flessione del ginocchio e, quando si trovano nella catena cinetica chiusa, consentono l’estensione del ginocchio.

Il capo lungo del muscolo bicipite femorale, il muscolo semitendinoso ed il muscolo semimembranoso originano dalla tuberosità ischiatica del bacino,  che si estende distalmente sul lato posteriore del femore, per oltrepassare l’articolazione del ginocchio: il muscolo bicipite femorale si incrocia lateralmente mentre il muscolo semimembranoso ed il muscolo semitendinoso si incrociano medialmente; il capo breve del muscolo bicipite femorale origina indipendentemente dalla linea aspra laterale del femore posteriore prima di unirsi alla testa lunga del bicipite femorale per attraversare l’articolazione del ginocchio.

La fossa poplitea, sita posteriormente al ginocchio, assume la forma di diamante: il bordo superiore (prossimale) è formato dai muscoli posteriori della coscia che scendono e attraversano l’articolazione, il bordo superiore-laterale della fossa poplitea è creato dal muscolo bicipite femorale, mentre il bordo superiore-mediale  costituito dal muscolo semimembranoso e dal muscolo semitendinoso i capo mediale ed il capo laterale del muscolo gastrocnemio rappresentano i bordi infero-laterale ed infero-mediale.

I muscoli ischiocrurali, agendo sinergicamente come gruppo, lavorano principalmente per estendere l’anca (movimento del femore in direzione posteriore) e flettere il ginocchio (movimento della tibia e del perone in direzione posteriore); l’eccezione è il capo breve del bicipite femorale, che agisce solo per flettere il ginocchio. Queste azioni sono componenti significative dei movimenti multiarticolari quali l’alzarsi in piedi da posizione seduta o la normale andatura (deambulazione); la capacità di rimanere stabilmente in posizione eretta è prevalentemente dipendente dall’attività dei muscoli posteriori della coscia, che consentono al corpo di ergersi sopra le estremità inferiori, fissando saldamente l’articolazione dell’anca. I muscoli posteriori della coscia, inoltre esercitano una minima rotazione delle estremità inferiori, in dipendenza delle rispettive entesi distali: il muscolo bicipite femorale provocano la rotazione esterna, il muscolo semitendinoso ed il muscolo semimembranoso inducono una rotazione interna; quando i muscoli posteriori della coscia esprimono la loro azione all’interno di una catena cinetica aperta consentono l’estensione dell’anca e la flessione del ginocchio mentre quando agiscono in una catena cinetica chiusa, consentono l’estensione del ginocchio.

Fra i muscoli che compongono il compartimento posteriore della coscia, il capo lungo del muscolo bicipite femorale ed il muscolo semitendinoso sono posti superficialmente al capo breve del muscolo bicipite femorale e del muscolo semimembranoso: mentre il capo breve del muscolo bicipite femorale ha origine dalla linea aspra e dalla linea sopracondiloidea laterale del femore, il capo lungo del muscolo bicipite femorale, il muscolo semitendinoso ed il muscolo semimembranoso hanno tutti origine dalla tuberosità ischiatica; il muscolo bicipite femorale fa entesi sulla porzione laterale della testa del perone, mentre il muscolo semitendinoso ed il muscolo semimembranoso si inseriscono alla superficie mediale della tibia.

→ muscolo bicipite femorale – innervato dal nervo sciatico, è un muscolo che presenta, nel tratto d’origine, due capi (per la presenza delle due suddette teste, il muscolo bicipite femorale è paragonabile al muscolo bicipite brachiale del braccio):

→ capo lungo – innervato dal nervo tibiale (ramo del nervo sciatico), origina a livello del quadrante mediale-superiore della tuberosità ischiatica dell’ischio (tramite un tendine comune con il muscolo semitendinoso), per fare estesi sulla testa del perone, sul legamento collaterale laterale del ginocchio e sul condilo tibiale laterale; con la sua contrazione, favorisce la flessione del ginocchio e la rotazione laterale della tibia oltre a provocare l’estensione dell’articolazione dell’anca.

→ capo breve – innervato dalla componente fibulare del nervo sciatico (nervo peroneo comune), origina a livello del labbro laterale della linea aspra del femore, dal setto intermuscolare laterale della coscia e dalla cresta sopracondiloidea laterale del femore, per fondersi con il tendine del capo lungo; flette il ginocchio e ruota lateralmente la tibia.

→ muscolo semitendinoso – innervato dal nervo tibiale (nervo sciatico), è un muscolo superficiale, che copre, per gran parte, il muscolo semimembranoso: ha origine dall’aspetto supero-laterale della tuberosità ischiatica dell’ischio e s’inserisce a livello della superficie posteriore del condilo tibiale mediale, nella cosiddetta zampa d’oca; estende l’anca, flette il ginocchio e ruota medialmente la tibia (in particolare durante flessione del ginocchio). Fa parte della triade dei tiranti, assieme al muscolo gracile ed al muscolo sartorio.

→ muscolo semimembranoso – innervato dal nervo tibiale (nervo sciatico), muscolo appiattito localizzato profondamente al muscolo semitendinoso, è il più mediale dei muscoli ischiocrurali: ha origine tramite un tendine comune con il capo lungo del muscolo bicipite femorale, nel quadrante mediale superiore della tuberosità ischiatica posteriore, per fare entesi nell’aspetto superiore della diafisi tibiale mediale, nella porzione distale del pes anserinus, assieme al muscolo gracile ed al muscolo sartorio (triade dei tiranti); estende l’anca, flette il ginocchio e ruota medialmente la tibia (in particolare durante flessione del ginocchio).

nervi del compartimento posteriore della coscia

I nervi della loggia della coscia posteriore originano dai plessi lombare e sacrale: il plesso sacrale dà origine al nervo sciatico (L4÷S3), al nervo femorale posteriore (S1÷S3), al nervo gluteo superiore (L4÷S1) e al nervo gluteo inferiore (L5-÷S2); tutta l’innervazione motoria della coscia posteriore deriva dalla divisione tibiale del nervo sciatico, ad eccezione del capo breve del muscolo bicipite femorale, che è innervata dalla divisione peronea del nervo sciatico. Il nervo cutaneo posteriore della coscia fornisce sensibilità alla pelle del perineo e alla superficie posteriore della coscia.

Il nervo sciatico esce dal bacino attraverso il grande forame sciatico prima di scorrere dentro e attraverso la coscia posteriore, profondamente al capo lungo del muscolo bicipite femorale, prima di biforcarsi nel nervo tibiale e nel peroneo comune, a livello del bordo superiore della fossa poplitea; anche il nervo cutaneo femorale posteriore esce dal bacino attraverso il grande forame sciatico, viaggia superficialmente fino al capo lungo del bicipite femorale, prima di percorrere la linea mediana della coscia posteriore in profondità fino alla fascia lata, fino a raggiungere la fossa poplitea.

vascolarizzazione del compartimento posteriore della coscia

L’afflusso sanguigno primario all’arto inferiore deriva dall’arteria femorale e dall’arteria glutea inferiore: l’arteria femorale, una continuazione dell’arteria iliaca esterna (una volta che questa è passata sotto il legamento inguinale), si ramifica nell’arteria femorale profonda mentre l’arteria glutea inferiore si ramifica a partire dall’arteria iliaca interna per rifornire le porzioni prossimali dei muscoli; insieme, queste due arterie riforniscono la maggior parte della coscia posteriore. I rami perforanti dell’arteria femorale profonda forniscono l’afflusso di sangue a tutti i muscoli della loggia posteriore della coscia.

Il drenaggio venoso nell’arto inferiore avviene principalmente attraverso la grande safena e la piccola safena: tutte le vene degli arti inferiori alla fine drenano nella vena femorale prima di raggiungere la vena iliaca esterna. Esistono due diverse tipologie di vene, descritte in base alla loro posizione nei compartimenti fasciali: le vene situate in profondità rispetto alla fascia aiutano a drenare i muscoli mentre le vene superficiali rispetto alla fascia aiutano a drenare la pelle. Il drenaggio linfatico dalla coscia posteriore viaggia attraverso vari vasi linfatici prima di raggiungere i linfonodi inguinali profondi insieme ai linfonodi poplitei, che drenano alcune aree aggiuntive dell’arto inferiore distale; i linfonodi inguinali profondi continuano a drenare nei linfonodi iliaci esterni, quindi nei linfonodi iliaci comuni, ed infine la linfa viene indirizzata alla cisterna del chilo e da qui al dotto toracico.

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