malnutrizione

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ultimo aggiornamento: 15 Aprile 2025 alle 23:37

definizione

La malnutrizione, secondo la definizione della Organizzazione Mondiale della Sanità, è uno “sbilanciamento fra l’introito di energia e nutrienti e il fabbisogno degli stessi per la crescita e il mantenimento di specifiche funzioni dell’organismo”: una condizione patologica che si instaura quando l’organismo non riceve i vari nutrienti in proporzioni adeguate, ovvero uno stato di alterazione funzionale e strutturale dell’organismo conseguente alla discrepanza tra fabbisogno e introito di alimenti che determina un’alterazione della qualità di vita, con l’aumento della morbilità e della mortalità; la malnutrizione può essere per eccesso (ipernutrizione) o per difetto (iponutrizione).

Quando si parla di malnutrizione per difetto, se ne possono riconoscere due forme: la malnutrizione tipo marasma (deficit prevalentemente energetico) e la malnutrizione tipo Kwashiorkor (deficit prevalentemente proteico); per quanto, solitamente, nei paesi “benestanti” si ponga maggiormente l’attenzione sulla malnutrizione associata a diete ipercaloriche o sbilanciate, sull’ipernutrizione e sugli eccessi alimentari, l’iponutrizione è un problema sociale molto più marcato di quanto si pensi, che non colpisce esclusivamente i paesi “poveri” ma che, viceversa, può interessare ampie fasce della popolazione. Anche volendo escludere le persone affette da disturbi del comportamento alimentare (quali anoressia, bulimia) o da addizioni (quali l’alcolismo), la malnutrizione per difetto, contrariamente a quanto si pensa, è una situazione molto frequente anche negli anziani (con valori tra il 30 e il 60% negli anziani istituzionalizzati contro il 5÷11% della popolazione anziana free-living – dati del 2010), nei soggetti oncologici (presente in oltre il 50% delle persone – dati del 2010) e nei soggetti sottoposti a grandi interventi chirurgici (il 31% dei soggetti ammessi al ricovero – dati 2005).

Oltre alla malnutrizione vera e propria esistono situazioni “peculiari” ove si riscontra uno stato di generica ipernutrizione, spesso associato a stili di vita incongrui, con eccessi alimentari e/o diete ipercaloriche, ove però è riscontrabile una mal-nutrizione specifica, con deficienze selettive di micronutrienti o vitamine;  occorre ricordare che esiste una differenza sostanziale fra la denutrizione, uno stato patologico dovuto a scarsa nutrizione protratta nel tempo, e malnutrizione che deve essere considerata uno stato più complesso di squilibrio dei nutrienti e alterazione dei processi di digestione e assorbimento: si può parlare di mal-nutrizione quando l’apporto dei nutrienti derivanti dall’alimentazione non è bilanciato, o se alcuni meccanismi coinvolti nella digestione non funzionano correttamente, quando cioè il nostro organismo non riesce ad assorbire i nutrienti necessari per la salute.

Per non rientrare in uno stato di malnutrizione, è quindi fondamentale tenere sempre sotto controllo il proprio stato nutrizionale, tenendo conto che i fabbisogni di nutrienti si dividono essenzialmente in fabbisogno calorico, proteico, e idrico, oltre al fabbisogno di micronutrienti come i sali minerali e le vitamine: la mal-nutrizione è una condizione patologica che si instaura quando l’organismo non riceve i vari nutrienti in proporzioni adeguate; pertanto ogni condizione morbosa (clinicamente manifesta o occulta) dovuta a prolungata insufficienza alimentare, ogni manifestazione dipendente da un’alimentazione abitualmente inadeguata o carenziale (o eccessiva …) oppure ogni quadro clinico derivante dall’incompleta utilizzazione del cibo assunto, come avviene nei quadri di malassorbimento causato da disturbi delle funzioni digestive o da un’alimentazione impropria può essere considerato uno stato di malnutrizione. Parimenti, alla luce del fatto che la mal-nutrizione è uno “sbilanciamento fra l’introito di energia e nutrienti e il fabbisogno degli stessi”, anche un incremento esagerato dell’utilizzo di uno o più nutrienti rispetto ad un normale introito può causare una sindrome carenziale.

Il termine malnutrizione possiede, come radice etimologica il lemma latino, utilizzato come prefisso, malus che racchiude in sé l’essenza di quanto è l’opposto di buono, nelle sue varie accezioni, con il significato intrinseco di dannoso, pernicioso, nocivo o pericoloso, indicando le qualità negative o la disposizione sfavorevole del sostantivo cui viene anteposto; parimenti la nutrizione è l’effetto del nūtrīre ovvero il fornire a un organismo vivente gli alimenti e le sostanze necessarie per consentirgli la vita, cioè la crescita, lo sviluppo e le funzioni e attività sue proprie, fornendo non soltanto gli alimenti ma quant’altro serve allo sviluppo fisico, intellettuale, morale.

quadro nosografico della malnutrizione

È possibile suddividere clinicamente il quadro clinico ed eziopatologico della mal-nutrizione sia in base alla presenza di un eccesso o di una carenza dal punto di vista nutrizionale, sia dall’insorgenza; se si parla di malnutrizione per deficit nutritivo, quando si verifica un ridotto apporto nutrizionale, un aumento del dispendio energetico oppure la perdita (o il mancato assorbimento) di nutrienti.

Se si considera che già dopo 24/48 ore di digiuno, l’organismo inizia ad utilizzare massicciamente le proteine muscolari per ricavare energia, potendo portare ad una iniziale sarcopenia, cioè una riduzione della massa muscolare, con conseguente debolezza ed apatia; contemporaneamente si assiste ad una riduzione delle proteine plasmatiche, con conseguente comparsa di edema generalizzato (presenza di liquido in eccesso negli spazi interstiziali dell’organismo), per cui si può comprendere come regimi alimentari fortemente limitati in termini quantitativi e/o qualitativi possono essere una causa importante di mal-nutrizione per difetto (che possono sfociare anche in quadri clinici di denutrizione): già dopo poche settimane (o addirittura dopo pochi giorni) di ridotto apporto alimentare (soprattutto in soggetti debilitati) si possono manifestare sintomi evidenti di grave deperimento fisico detto malnutrizione acuta (wasting → deperimento): questa causa, nei bambini, l’arresto della crescita ed ostacola lo sviluppo fisico e mentale, mentre nei soggetti stressati o deperiti e snervati, si osserva un aumentato rischio di esaurimento organico o di contrarre malattie mortali, l’atrofia muscolare fino all’incapacità di muoversi e, infine, potenzialmente la cachessia e la morte.

All’opposto, qualora si parla di malnutrizione cronica (stunting → arresto della crescita), ci si deve confrontare con l’esito di un processo che si sviluppa in un periodo di tempo più lungo o che può essere considerato il risultato della somma di diversi episodi di malnutrizione acuta: da un lato si può osservare una progressiva iponutrizione che può evolvere verso la denutrizione grave, dall’altro l’ipernutrizione può portale a patologie da accumulo come l’obesità.

Un differente punto di vista per classificare la mal-nutrizione, quando si parla di patologie da deficit o iponutrizione, è la suddivisione in due categorie principali, soprattutto quando si parla di malnutrizione proteico-energetica (PEM = protein-energy malnutrition), un termine coniato nel 1976 per indicare una condizione patologica sostenuta dalla riduzione eccessiva dell’apporto proteico e calorico:

→ Kwashiorkor (ovvero deficit prevalentemente proteico – detto anche forma umida, gonfia o edematosa, può dipendere dalla riduzione drastica dell’apporto alimentare o da una malattia acuta, frequentemente una gastroenterite o un’altra infezione (probabilmente secondaria alla liberazione di citochine), in un bambino che abbia già una malnutrizione proteico-energetica; una dieta che sia più carente di proteine che di calorie può causare il kwashiorkor più che il marasma: in particolare, l’agente causale del kwashiorkor è rappresentato da una dieta ricca in carboidrati (amido) ma estremamente povera in proteine. Le caratteristiche principali del Kwashiorkor sono l’addome rigonfio (ascite) associato ad una perdita di liquidi dalle membrane cellulari, con uno stravaso di liquido intravascolare e di proteine che comporta un edema periferico causato da ipoalbuminemia, e la steatosi epatica, dovuto alla riduzione delle lipoproteine circolanti; altri segni evidenti di questa malattia da malnutrizione sono la depigmentazione della pelle, il ritardo nella crescita, la debolezza muscolare ed il rigonfiamento del viso (faccia a luna).

→ marasma, dal greco μαρασμός (marasmós → consumare, debilitare), ovvero deficit prevalentemente energetico – chiamato anche forma secca di malnutrizione proteico-energetica, è una grave carenza di calorie e proteine che tende a svilupparsi nei neonati e nei bambini molto giovani che causa una perdita di peso e una deplezione dei tessuti grassi e muscolari: al contrario del Kwashiorkor, il marasma è dovuto all’adattamento del corpo alla malnutrizione ed è sostenuto da una privazione sia proteica che calorica; l’organismo reagisce al misero apporto energetico andando a sfruttare tutte le riserve energetiche (lipidiche e proteiche) di cui dispone, comprese quelle essenziali o primarie. La patologia è quindi caratterizzata da un’estrema perdita di tessuto adiposo e muscolare che comporta secchezza cutanea (i bambini affetti da marasma hanno un aspetto invecchiato), ipotermia, atrofia muscolare, irritabilità ed arresto della crescita; nei casi clinici la maggior parte del grasso sottocutaneo e le riserve di grasso più profonde vengono perse, rendendo le coste, le anche, le ossa facciali e la colonna vertebrale visibili attraverso la pelle.

L’inedia è una totale assenza di nutrienti: si verifica occasionalmente quando il cibo è disponibile (come nel digiuno o nell’anoressia nervosa) ma generalmente si manifesta perché il cibo non è disponibile.

Queste forme gravi di malnutrizione possono essere viste come l’estremo del fenomeno, potendo, in realtà, manifestarsi in modo molto più sfumato e meno evidente; possono pertanto esistere forme fruste o quadri sintomatologici associati ad un deficit nell’assunzione di micronutrienti come l’acqua, i sali minerali o le  vitamine: in quest’ultimo caso si parla di ipovitaminosi o avitaminosi (carenza nutrizionale assoluta) dovuta all’insufficiente assunzione di vitamine con la dieta, all’aumentato fabbisogno (gravidanza, stress ..) o a patologie che interessano il tubo digerente (ulcere, cancro allo stomaco …).

il professionista del ben-essere e la mal-nutrizione

Difficilmente, in condizioni ordinarie, l’artigiano della salute ha l’opportunità di confrontarsi con casi estremi di iponutrizione come quelli con cui si relazionano gli operatori sanitari ed i volontari che operano nei paesi dove la povertà è all’ordine del giorno e la sottoalimentazione è radicata e diffusa; la denutrizione è causata da fattori sociali, culturali e politici ed il suo effetto nella primissima infanzia ha gravissime ripercussioni sulla qualità della vita di chi ne viene colpito: per nostra “fortuna” nei cosiddetti paesi civilizzati (ricchi) almeno per il momento questo non è un problema endemico, quanto piuttosto un evento sporadico anche se possibile.

Viceversa, frequentemente il professionista del ben-essere si troverà a misurarsi sia con l’ipernutrizione (sovrappeso e obesità), sia con quadri di iponutrizione che, pur non raggiungendo l’entità tipica dei paesi sottosviluppati, possono essere significativi da un punto di vista clinico: la prima infanzia, l’adolescenza, la gravidanza, l’allattamento al seno, la malattia cronica, la vecchiaia sono condizioni che possono comportare gravi distress, rapidi cambiamenti nell’organismo e/o un aumento dei bisogni di nutrienti; i disturbi che colpiscono le funzioni gastrointestinali (interferendo con la digestione, l’assorbimento o il trasporto dei nutrienti), le alterazioni organiche che provocano un aumento del catabolismo con conseguente deperimento, atrofia di muscoli (sarcopenia) e del grasso (lipodistrofia o lipoatrofia) fino alla anoressia e alla cachessia, oppure le condizioni che aumentano le richieste metaboliche sono, in vario grado, manifestazioni con cui il professionista olistico si deve confrontare, con la consapevolezza che creano quadri di mal-nutrizione che, se ignorati, condizionano il cammino verso il ben-essere.

Da un lato, le dislipidemie e le disglicemie sono foriere di gravi patologie multisistemiche, dall’altro, i deficit selettivi di alcuni nutrienti fondamentali per un metabolismo sano ed equilibrato, la malnutrizione proteico-energetica (soprattutto in specifiche categorie di persone), l’alterazione dei processi digestivi ed assimilativi, le disbiosi o le candidosi, i comportamenti additivi (alcolismo, junk food) e diete squilibrate, le infiammazioni croniche a basso livello sono tutti elementi causali e cofattori dello sviluppo di mal-nutrizione.

Nella pratica clinica, il professionista del ben-essere deve essere ben conscio di queste possibili carenze che inficiano il lavoro “strutturale” o “emotivo”, per l’incapacità biochimica di sostenere il cambiamento: la visione etologica proposta dal cosiddetto “triangolo della salute”, offre un modello di riferimento che può mettere a disposizione di che ha intrapreso “un cammino verso il ben-essere” un viatico in grado di sostenere un mutamento o una trasformazione del proprio status quo.

Le tecniche mirate ad affrontare il disconfort o il distress non possono non considerare la necessità di risanare, attraverso la medicina del terreno, la stamina aumentando la capienza individuale per permettere di gestire gli stressor e favorire la transizione verso nuovi stati di equilibrio: in questo processo, il cosiddetto “profilo nutrizionale”, una tecnica basata sul test muscolare kinesiologico volta a identificare eventuali esigenze biochimiche dell’organismo, può offrire all’artigiano della salute un atout per iniziare a sanare gli effetti della mal-nutrizione subclinica.

Ovviamente la “forma farmaceutica” con cui i principi attivi o le droghe contenute nei supplementi nutrizionali assume un ruolo fondamentale nel sanare i deficit specifici dell’organismo, così come è essenziale garantire un equilibrio/riequilibrio della funzionalità gastro-intestinale per far sì che i processi digestivi e l’assorbimento dei nutraceutici sia utile ed efficace; anche la capacità di utilizzare in modo proficuo le sostanze è un elemento che non deve essere sottovalutato; ovviamente occorre anche intervenire, qualora necessario, sugli eventuali processi limitanti (alterata distribuzione, squilibri metabolici, cattiva funzionalità degli organi della detossificazione) per garantire una efficace nutrizione “core level” (al cuore del problema …) che inverta gli effetti della mal-nutrizione.

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