microcitemia

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ultimo aggiornamento: 21 Marzo 2025 alle 0:30

definizione

Forma di microcitosi, contraddistinta da emazie più piccole rispetto alla norma (microciti); per quanto microcitosi e microcitemia sono lemmi che spesso vengono utilizzati come sinonimi, secondo alcuni autori occorrerebbe fare dei distinguo: entrami derivati dal greco da μικρός– (mikrós- → piccolo) e κύτος (kỳtos → cellula), microcitosi utilizza il suffisso –ωσις (-osi → indicante la degenerazione di un processo fisiologico) per sottolinea la riduzione anomala del volume medio dei globuli rossi, mentre in microcitemia il suffisso –αιμία (-aimìa → sangue) sottolinea che il fenomeno è a carico del sangue.

Il fenomeno è rilevabile solo tramite esami di laboratorio quali ad esempio l’emocromo ed in particolare, il volume corpuscolare medio dei globuli rossi (MCV) o lo studio della morfologia microscopica; la presenza dei microciti è frequentemente correlata all’anemia ipocromica: in tal caso, oltre alla microcitosi, la concentrazione media di emoglobina (Hb) contenuta all’interno dei globuli rossi è inferiore rispetto alla norma: il risultato è una ridotta capacità del sangue di trasportare ossigeno.

Clinicamente la microcitemia, o meglio l’anemia microcitica, è talvolta associata ad una anomalia ereditaria a carico dei globuli rossi, che si presentano non solo piccoli ma anche poveri di emoglobina (anemia), in varia percentuale deformati (anisopoichilocitosi) che clinicamente determina pallore, lieve ittero, aumento della bilirubina, ingrossamento del fegato e della milza: rappresenta la forma più lieve di talassemia, detta anche talassemia minima, tipica dei portatori sani (forma eterozigote) di beta-talassemia; soprattutto in passato per questa forma di microcitemia si utilizzava specificamente il termine microcitemia, riservando il termine microcitosi a tutte le forme ove si riscontrano emazie più piccole del normale, come ad esempio nella carenza di ferro (anemia sideropenica), nella anemia della malattia cronica, in certi tipi di malattie infiammatorie croniche, nelle patologie renali ed in alcune forme di cancro.

La carenza di ferro è alla base di una delle forme di anemia più diffuse al mondo, e interessando fino ad un terzo della popolazione mondiale: seppur presente anche in soggetti sani che manifestano perdite ematiche croniche, metrorragie o squilibri dietetici, un sintomo patognomonico di molteplici patologie quali, i sanguinamenti occulti o la celiachia oppure essere causati da malattie iatrogene quali le carenze di ferro nei portatori di sleeve gastrectomy.

L’anemia da malattia cronica (o da infiammazione) accompagna molto spesso le patologie tumorali e quelle infiammatorie, caratterizzate dalla elevata produzione di citochine infiammatorie e di epcidina che bloccano il ferro nelle cellule di deposito del sistema reticoloendoteliale, (situate in vari organi tra cui fegato, milza, polmoni) impedendone l’utilizzo per la produzione dei globuli rossi.

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