ultimo aggiornamento: 1 Dicembre 2022 alle 17:28
definizione
Dette, semplicemente, parafunzioni, sono un insieme di attività della muscolatura volontaria che, pur potendo essere considerate fisiologiche, non hanno obiettivi funzionali: nonostante debbano essere considerate normali, quando si ripetono cronicamente sono potenzialmente dannose e possono favorire l’insorgenza di disordini occlusali; ogni qualvolta i muscoli della nostra bocca eseguono un’attività priva di un obiettivo funzionale, si sviluppa quella che viene definita una parafunzione. Sono atteggiamenti della bocca, forzati e ripetuti, che determinano un carico eccessivo delle articolazioni della mandibola, dei muscoli che la muovono e dei denti.
Il bruxismo può essere considerato un esempio di parafunzione orale ove il digrignamento ed il serramento, fenomeni fisiologici in questo caso non finalizzati alla masticazione, possono provocare danni alla dentatura e indurre l’insorgenza di disordini temporo-mandibolari o disturbi cranio-cervico-mandibolari. Anche il succhiare il pollice (o la lingua) o il traslare la mandibola dalla propria sede naturale, il mordersi le labbra (cheilofagia), il tenere in bocca una penna o un bastoncino, masticare il bocchino della pipa o delle sigarette elettroniche, l’appoggiarsi sul mento, il muovere nervosamente le guance o lo stringere ritmicamente i denti devono essere considerate parafunzioni.
La maggior parte delle persone è inconsapevole delle proprie parafunzioni: sintomi che possono far sospettare la presenza di movimenti parafunzionali, soprattutto notturne, possono essere lo svegliarsi nel cuore della notte serrando i denti; un senso di dolenzia ai denti; il di testa al mattino, al risveglio, specie alle tempie; la rigidità del collo e delle spalle. I movimenti parafunzionali, possono essere considerati, entro certi limiti forme di paracinesie o discinesie, pur essendo fisiologici: essendo “futili”, invariabilmente tendono ad affaticare i muscoli masticatori, fino ad indurre spasmi; essendo muscoli antagonisti dei muscoli della base del cranio e della parte alta del collo, tendono a facilitare l’insorgenza di una sindrome muscolo tensiva a questo livello che può essere responsabile di cefalee croniche. Il serramento è spesso accompagnato dalla spinta verso l’esterno della lingua sui denti, che lasciano su di essa delle impronte; contemporaneamente si può osservare anche una linea bianca sulle guance in corrispondenza del piano di chiusura delle due arcate dentarie, che ricorda i segni lasciati in caso di cheilofagia.
Quando il problema diviene cronico è possibile che insorgano problemi odontoiatrici quali lo sviluppo di sensibilità del colletto dentale al caldo o al freddo, come conseguenza della perdita dello smalto del colletto del dente (normalmente coperto dalla gengiva ) per colpa delle flessioni che subisce durante il serramento ed il digrignamento della bocca; si possono osservare anche la presenza di faccette di usura, piatte e brillanti sulle superfici occlusali dei denti posteriori, non conseguenti ai fenomeni di logoramento conseguenti alla senescenza e di assottigliamento e scheggiature sui denti anteriori. Talvolta si formano protuberanze ossee intorno ai denti, in genere sul lato interno dei premolari inferiori (torus mandibularis).
Nel bruxismo, spesso la posizione ideale dell’articolazione della mandibola differisce da quella in cui i denti superiori ed inferiori entrano in contatto: l’alterazione neuro-mio-fasciale che deriva dall’alterata propriocettività a carico dei muscoli masticatori impedisce che i meccanismi fisiologici di protezione e feedback del sistema stomatognatico entrino in azione, provocando l’attivazione di paracinesie e parafunzioni che comportano il consumo delle cuspidi dentali.
Anche la tensione nervosa associata allo stress rende i muscoli molto più sensibili agli stimoli, con la conseguenza che le discrepanze occlusali, che normalmente sono tollerate e vengono superate dalle capacità di adattamento del corpo, danno luogo invece a forti reazioni; sostanze come la caffeina, la nicotina, la cocaina e le anfetamine potenziano le contrazioni dei muscoli masticatori e quindi anche il digrignamento ed il serramento dei denti: le forze in atto possono spezzare un dente sano ( in genere il primo molare inferiore). Ugualmente alcuni farmaci come certi antidepressivi possono indurre parafunzioni.
Le parafunzioni, per effetto delle “memorie” masticatorie, dopo un certo periodo possono diventare delle “abitudini” autonome e perdurare anche una volta che l’elemento causale è stato rimosso.
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