osteolisi

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definizione

L’insieme dei fenomeni di demineralizzazione cui il tessuto osseo va incontro anche in condizioni fisiologiche, e che normalmente sono controbilanciati da fenomeni di osteogenesi: composto di osteo- , dal greco ὀστέον (ostéon → osso), e -lisi, dal greco λύσις (lýsis → scioglimento, separazione), descrive una lesione ossea litica caratterizzata dalla distruzione completa delle ossa, sia a livello parziale e localizzato, sia nella loro interezza; quando è particolarmente estesa può comportare una frattura ossea anche in seguito a traumi di minima entità. Il processo è fisiologico in quanto espressione del normale turnover dell’osso (lo scheletro va quindi incontro a un completo rinnovamento nell’arco di 3 anni), ma in caso di osteolisi patologica, il riassorbimento del tessuto osseo causato dall’azione degli osteoclasti è permanente, in quanto la velocità di rigenerazione dell’osso ad opera degli osteoblasti è insufficiente rispetto alla velocità di distruzione.

Un’intensa osteolisi patologica può comportare un’eccessiva liberazione di calcio nel sangue: l’ipercalcemia derivante può divenire pericolosa per la vita. La presenza di una zona di osteolisi si rende evidente all’esame radiologico per una maggiore trasparenza dell’osso.

Un’esaltata osteolisi generalizzata si può osservare in alcune osteopatie rarefacenti come l’osteoporosi. Può essere determinata da processi patologici di varia natura, quali infiammazioni e processi flogistici dell’osso, tumori ossei primitivi o metastatici (metastasi neoplastiche), mieloma multiplo, malattie nervose quali la tabe o la siringomielia, malattie endocrine quali l’iperparatiroidismo ma può anche essere la conseguenza di lesioni traumatiche; il termine viene utilizzato per descrivere i processi di perdita localizzata di sostanza ossea o forme circoscritte che possono assumere, a seconda dei casi, l’aspetto dell’usura, della carie, della caverna, della cisti, della lacuna.

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