potomania

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Dal greco ποτομανία (potomania → bere ossessivamente), composto da ποτος (potos → bere) e μανία (mania → mania): desiderio impulsivo, caratterizzato dal bisogno irresistibile di bere grandi quantità di liquidi; il termine potomania, solitamente (anche se non sempre) viene riferita all’assunzione compulsiva di acqua (polidipsia psicogena), soprattutto se il termine è utilizzato senza specifiche del liquido assunto; talvolta si parla di “potomania” alcolica o riferita ad altri liquidi, sottintendendo forme di dipsomania, ovvero il consumo smodato di liquidi dannosi, generalmente alcolici. Fa parte delle patologie legate al controllo degli impulsi ed è osservabile con relativa frequenza in pazienti psichiatrici cronici, in particolare con diagnosi di schizofrenia, ma origine e natura del fenomeno sono ancora poco conosciuti e ne rendono il riconoscimento diagnostico di difficile inquadramento; le principali manifestazioni cliniche sono rappresentate da poliuria, ovvero l’emissione giornaliera di una quantità di urina superiore ai tre litri, e intossicazione da acqua. Può derivare anche da disturbi di origine organica, come nel caso del diabete insipido, di alcune patologie renali o di un difetto metabolico a carico dell’ipotalamo. Alcune persone, in particolare modo donne, con l’obiettivo di perdere peso drasticamente, assumono grandi quantità di acqua, nel tentativo di “ingannare lo stomaco” riempiendolo di liquidi anziché di cibo o, distorcendo deliberatamente il senso di messaggi pubblicitari e suggerimenti medici, bevono acqua senza limiti, allo scopo di eliminare tossine e migliorare l’aspetto della pelle. L’introduzione compulsiva di acqua provoca abbondanti emissioni di urina con conseguente disidratazione, che viene compensata assumendo nuovamente liquidi; quando l’organismo non è in grado di espellerne a sufficienza mediante i meccanismi fisiologici della diuresi, della sudorazione e della traspirazione, questi si accumulano nei tessuti producendo la diluizione del sangue e dei minerali presenti nel corpo, portando a fenomeni di intossicazione acuta da acqua, cioè a una forma di iperidratazione accompagnata da squilibrio elettrolitico con forte iponatriemia, che può condurre a quadri di edema cerebrale e sintomi di tipo psichiatrico (agitazione, irritabilità, aggravamento della patologia psicotica) e/o neurologico (nausea, vomito, delirium, atassia, convulsioni e coma), interferendo con il corretto funzionamento dell’apparato muscolo-scheletrico, degli organi e del metabolismo. L’eventuale contemporanea diminuzione degli altri minerali presenti nel corpo comporta ulteriori conseguenze: la perdita di magnesio interferisce con le funzioni cerebrali, provocando problemi di memoria e convulsioni, mentre il calo drastico di potassio può generare aritmie cardiache fino a un possibile arresto cardio-circolatorio; tra le patologie più frequentemente associate si riscontrano l’osteoporosi, dovuta a un eccesso di escrezione di calcio, la dilatazione del tratto gastrointestinale e di quello urinario e, con una frequenza inferiore alle precedenti, la malnutrizione.

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