ultimo aggiornamento: 23 Agosto 2020 alle 23:21
struttura e funzione della tuba di Eustachio
La tuba uditiva di Eustachio è un canale osteo-cartilagineo che mette in comunicazione il rinofaringe con la cassa timpanica; questo condotto permette, da un lato, il bilanciamento fra la pressione atmosferica presente a livello del meato acustico esterno (pressione ambientale), quella che si genera a livello del rino-faringe e quella rilevabile a livello del cavo del timpano, dall’altro, il drenaggio delle secrezioni prodotte nell’orecchio medio e nella tuba stessa.
Anche se non ce ne rendiamo conto, come conseguenza di molte attività che compiamo abitualmente, si creano differenziali pressori fra i differenti compartimenti mantenuti in connessione proprio dal canale eustachiale; la masticazione e la deglutizione, la fonazione, lo sbadigliare, il tossire o lo starnutire sono tutte attività che producono un squilibrio pressorio e, di conseguenza, richiedono il mantenimento di un equilibrio barometrico e la compensazione fra l’ambiente interno ed il mondo esterno: questo bilanciamento pressorio è di fondamentale importanza poiché evita la creazione di barotraumi sulla membrana timpanica.
Permette, inoltre, il corretto ricambio di aria a livello dell’orecchio medio, creando le condizioni affinché avvenga il deflusso del muco, normalmente prodotto dalle mucose della tuba stessa: questo film vischioso garantisce l’intrappolamento di sostanze ed agenti patogeni provenienti dal rinofaringe (uno dei principali veicoli di germi, in quanto via di passaggio di cibo e aria) all’orecchio medio.
tuba chiusa – tuba aperta
Per la maggior parte del tempo, la tuba di Eustachio può essere considerata “chiusa” in quanto mantiene un lume dischiuso esclusivamente per far fuoriuscire il muco prodotto, che in tal modo impedisce l’accesso al canale di sostanze potenzialmente dannose; l’apertura del canale faringo-timpanico viene attivata come risposta riflessa ogni qualvolta si renda necessario il bilanciamento pressorio, per evitare deformazioni della membrana timpanica, o per la presenza di pressioni negative nella cassa del timpano che possono creare un effetto suzione sul contenuto dell’epifaringe o delle coane nasali.
Il riflesso eustachiale di apertura della tuba, può essere considerato arco riflesso polisinaptico, la cui componente afferente deriva dal timpano, dell’orecchio medio, dal rino-faringe: a livello della membrana timpanica sono presenti meccanocettori in grado di informare il sistema nervoso del grado di tensione della stessa, così come nella cassa timpanica si ritrovano barocettori che controllano le variazioni di pressione; la zona delle coane nasali, in contatto con i seni respiratori, e l’epifaringe sono riccamente innervati, essendo coinvolti in molteplici azioni quali la deglutizione e la fonazione, senza dimenticare che anche l’area masticatoria è coinvolta nella genesi delle informazioni afferenti e nella coordinazione dei movimenti.
Tutte le strutture coinvolte nel riflesso eustachiale sono innervate da rami derivanti dal nervo vago (X paio di nervi cranici), dal nervo glosso-faringeo (IX paio di nervi cranici) o dai rami del nervo trigemino (V paio di nervi cranici): quando si crea una variazione della pressione della cassa timpanica rispetto all’ambiente esterno (meato acustico esterno o rino-faringe), si crea potenzialmente una situazione conflittuale o pericolosa per l’organismo, che deve essere prevenuta grazie al bilanciamento pressorio fra i differenti compartimenti, attraverso l’apertura della tuba, cioè attraverso l’attivazione del riflesso eustachiale.
Anche se il canale uditivo normalmente è “chiuso”, esiste anche un riflesso eustachiale di chiusura della tuba, attivo in particolar modo durante la masticazione: può essere considerato, a tutti gli effetti, un arco riflesso polisinaptico, la cui componente afferente deriva dall’area stomatognatica, mentre la parte efferente coinvolge in particolare il muscolo peristafilino esterno che, tendendo il palato molle, occlude l’accesso al rinofaringe e previene la possibilità che frammenti di cibo possano entrare nelle coane nasali o nell’epifaringe, specialmente durante la masticazione o nella deglutizione.
Infatti, a livello della tuba sulla tuba agiscono quattro muscoli: il muscolo elevatore del velo-pendulo, il muscolo salpingo-faringeo, il muscolo tensore del timpano ed il muscolo tensore del velo-pendulo che essendo innervato dal nervo pterigoideo mediale, un ramo della branca mandibolare del nervo trigemino (V° nervo cranico), risulta essere l’unico muscolo palatale non innervato dal plesso faringeo, formato dal nervo glossofaringeo (IX° nervo cranico); come dice il nome, la sua azione è tendere il velo palatino coadiuvando l’azione dell’elevatore del velo palatale nel sollevare il palato. Una volta contratto, il palato diviene una sorta di piattaforma stabile che permette il sollevamento del faringe da parte dei muscoli costrittori del faringe, evento che avviene nell’ingestione o nell’inghiottire il bolo alimentare o i liquidi, e, agendo da dilatatore, è fondamentale per l’espletamento della funzione ventilatoria. Sul margine inferiore della cartilagine laterale della tuba prende inserzione il muscolo tensore del velo del palato; sulla cartilagine della faccia mediale ha entesi il muscolo elevatore del velo del palato.
disfunzioni del riflesso eustachiale
La mancata apertura della tuba può provocare vertigini, acufeni, otalgia od otodinia, obnubilamento del sensorio, disorientamento spaziale, accompagnati da ovattamento auricolare, ipoacusia o misofonia, senso di pienezza del condotto uditivo: congestione nasale, infezioni dell’orecchio, sinusiti, allergie sono alcune fra possibili cause che alterano la possibilità di passaggio dell’aria, ostruendo la tuba, o che influiscono sui riflessi eustachiali, causando la disfunzione delle tube di Eustachio.
Come abbiamo già detto, in condizioni fisiologiche, il canale tubarico dovrebbe rimanere chiuso, salvo le aperture finalizzate alla compensazione barometrica fra l’orecchio interno e la pressione atmosferica: la mancata riequilibrazione pressoria può causare una perdita temporanea della capacità di trasmissione del suono, riducendo la mobilità della catena ossiculare e della membrana timpanica, che non può vibrare liberamente; sbadigliare, deglutire, masticare chewing gum, muovere la mandibola possono aiutare a riequilibrare la pressione tubarica. Quando ciò accade è possibile percepire un caratteristico «popping sound» (scoppiettio), un suon abbastanza noto ai subacquei, ai passeggeri dei voli aerei o a chi fa ascensioni in montagna; la manovra di Valsalva, la manovra di Edmonds e la manovra di Toynbee sono manovre di compensazione forzata dell’orecchio medio, che possono essere utilizzate quando non si sia riuscito ad ottenere una riequilibrazione pressoria.
Le infezioni del tratto respiratorio superiore (URTI), le sinusiti ricorrenti o croniche, le adenoiditi e le allergie respiratorie possono essere responsabili della formazione di gonfiore che può coinvolgere direttamente le tube di Eustachio o i tessuti viciniori, riducendo il drenaggio mucoso e favorendo il ristagno di liquidi: questa situazione può favorire lo sviluppo di colonie batteriche, con la possibile insorgenza di infezioni ed otiti dell’orecchio medio; questa manifestazione è più frequente nei bambini, vista la brevità, il ridotto calibro e l’orizzontalità della tuba. Talvolta il ristagno di muco può essere così consistente da originare quello che solitamente viene chiamato «glue ear» (orecchio colloso), sintomo di una otite media secretiva (con versamento).
Le barotiti, dette anche otiti barotraumatiche, possono essere la conseguenza di un elevato gradiente pressorio fra l’esterno e l’interno dell’orecchio come si può verificare durante le risalite troppo rapide durante un’immersione (pallonata) o come conseguenza di una rapida decompressione in aeroplano.
Raramente si riscontra la presenza di una tuba beante: chi ne è colpito, avverte autofonia (audizione di suoni auto-generati), come la propria respirazione, la voce o il battito cardiaco, che vibrando direttamente sul timpano possono creare l’effetto “testa nel secchio” («bucket on the head»).
riequilibrazione delle disfunzioni della tuba di Eustachio
Se si escludono le cause traumatiche, attraverso la riattivazione dei riflessi Eustachiali, la Kinesiologia Transazionale® ha la possibilità di intervenire sugli squilibri funzionali e sui sintomi conseguenti alle alterazioni canale faringo-timpanico; la tecnica, non invasiva e delicata è in grado di agire efficacemente sulla chiusura del canale, favorendo il drenaggio del muco e intervenendo sulle discinesie motorie: pur essendo una tecnica “generica” riflessa, cioè che non agisce direttamente sulla tuba e sulla muscolatura che inferiscono su di essa, è in grado di sortire effetti importanti e, grazie alla sua gentilezza, è applicabile anche nei bambini e negli infanti.
Occorre ricordare che alla base della disfunzione del riflesso tubarico può esservi una poliedricità causale che richiede attenzione da parte dell’operatore professionale: grazie al test muscolare è possibile effettuare una valutazione multidimensionale che permetta di identificare i possibili cofattori eziologici o le spine irritative che contribuiscono al quadro disfunzionale.
I disturbi dell’area stomatognatica, le disfunzioni dell’area temporo-mandibolare, gli squilibri della sfera craniale possono essere corresponsabili, in eterogenee forme di comorbilità, delle problematiche delle tube di Eustachio: alla presenza di questa discinesia si devono sempre prendere in considerazione gli squilibri che coinvolgono i rockers, l’area sub-occipitale, la muscolatura del collo, la cinematica dei muscoli coinvolti nella masticazione e nella deglutizione, i muscoli ioidei; i muscoli palatini, il bordo posteriore della mascella e la sutura crociata, l’uvula e la fossa presente alla base dell’hamulus pterigoideo, il muscolo tensore del velo palatino richiedono particolare attenzione.
I disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare e gli squilibri masticatori spesso producono tensione che innesca la contrazione riflessa del muscolo tensore del velo palatino e del muscolo tensore del timpano, causata dalla comune innervazione da parte della branca mandibolare del nervo trigemino, che crea fenomeni di facilitazione segmentale: l’otalgia talvolta è causata dall’ipertono del muscolo tensore del timpano; talvolta si osserva un interessamento del muscolo stapediale che, agendo sulla catena ossiculare, riduce l’isteresi della catena cinematica coinvolta nella trasmissione del suono. Occorre non dimenticare la relazione fra i disturbi dell’area masticatoria e la tensione emotiva, che può essere il fattore scatenante per l’insorgenza di una sindrome oto-mandibolare (otognatica)
Grazie all’ear pull od al rocking mastoideo, tecniche che, per essendo delicate, possono essere risolutive, il Cranio-Sacral Repatterning® è in grado di agire sulle alterazioni dell’orecchio medio e sugli squilibri della cavità timpanica e della tuba uditiva, anche nei bambini molto piccoli, potendo essere utilizzate, da operatori qualificati e competenti, anche nei neonati.
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