definizione
Chiamata anche sindrome del dolore femoro-rotuleo, questa locuzione generica è utilizzata per indicare il dolore localizzato a livello dall’articolazione del ginocchio o dai tessuti molli adiacenti: chiamata anche con l’acronimo P.F.P.S. (dall’inglese Patellofemoral Pain Syndrome), è una condizione cronica che tende a peggiorare con attività come accovacciarsi (posizione di squat), sedersi, fare le scale e correre; spesso questa sindrome veniva associata al dolore localizzato nella zona anteriore del ginocchio, ma questa definizione è fuorviante in quanto il dolore può essere avvertito in tutti gli aspetti del ginocchio (compresa la fossa poplitea), potendo manifestare la sintomatologia in forma acuta o con insorgenza lenta e progressiva nel tempo, con la tendenza a recidivare.
La diagnosi differenziale deve prendere in considerazione la condromalacia rotulea e la tendinopatia rotulea, vista la similitudine sintomatologica: si ritiene che il non corretto allineamento della rotula (tracking rotuleo) giochi un ruolo fondamentale nella patogenesi della sindrome femoro-rotulea.
anatomia femoro-rotulea
Il ginocchio è costituito da due articolazioni principali, cioè l’articolazione tibio-femorale e l’articolazione femoro-rotulea; quest’ultima è composta dalla rotula che, per mezzo della superficie articolare (lato posteriore della patella) rivestita di cartilagine, scorre sulla cartilagine della parte anteriore dei condili femorali lungo il solco femorale (tracking rotuleo): essendo una articolazione sinoviale, il movimento e lo scorrimento (gliding) reciproco, grazie al liquido sinoviale presente all’interno della capsula articolare (prodotto dalla membrana sinoviale), durante il movimento incontrano resistenze minime.
L’articolazione è avvolta dalla capsula del ginocchio, attaccata tutt’intorno alla rotula, lasciando che solo le superfici articolari della rotula e del femore siano in contatto con il liquido sinoviale; i legamenti collaterali si fondono con la capsula e contribuiscono alla stabilità dell’articolazione.
Sul lato anteriore della rotula, tra il tendine rotuleo e la cute, è presente una borsa sinoviale ( borsa prerotulea) che normalmente non è in contatto con la capsula del ginocchio e garantisce un migliore scorrimento del tendine rotuleo; esiste anche una borsa sinoviale a livello della tuberosità tibiale (borsa infrarotulea); l’infiammazione del ginocchio può provocare borsite con iperproduzione di liquido sinoviale che, creando un un’aumento del volume del liquido ed un incremento della pressione intra-articolare (idrartro) e delle borse sinoviali, provoca dolore, spesso localizzato anteriormente all’articolazione del ginocchio, anche se può manifestarsi o irradiarsi in qualunque direzione. I due legamenti che sono maggiormente associati alla sindrome femoro-rotulea sono il legamento collaterale laterale ed il legamento collaterale mediale, in quanto uniti alla capsula del ginocchio: i legamenti tra l’epicondilo e la rotula e tra il menisco e la rotula formano il retinacolo rotuleo mediale e laterale, parte di un complesso legamentoso che fornisce l’attacco mediale e laterale del tendine rotuleo a livello della rotula.
eziopatogenesi del dolore femoro-rotuleo
L’articolazione patello-femorale (o femoro-rotulea) mette in relazione la faccia posteriore della patella (o rotula) con la troclea del femore e, sebbene non sia primariamente coinvolta nel movimento della tibia sul femore, è fondamentale per la fisiologica estensione del ginocchio e la sua decelerazione: la rotula funziona da leva per la gamba e diminuisce la forza richiesta dal quadricipite femorale per estendere la gamba sul ginocchio; l’articolazione patello-femorale è a sua volta stabilizzata dal muscolo quadricipite femorale e dai tendini, dai legamenti e dai retinacoli che si inseriscono sulla patella, contribuendo a mantenerla in posizione ed agendo da stabilizzatori statici e dinamici.
Indispensabile per la salute dell’articolazione patello-femorale è la forza del muscolo quadricipite relativamente alle strutture circostanti: questa forza è indirettamente misurata dal Q-angle, ovvero dell’angolo che si viene a formare dall’intersezione della linea che unisce la spina iliaca anteriore-superiore ed il punto mediano della rotula (che corrisponde grossolanamente al decorso del muscolo quadricipite) e la linea ottenuta dal prolungamento verso l’alto del tendine rotuleo. Un Q-angle aumentato rispetto al normale (che nell’uomo corrisponde a circa 14° e nella donna a circa 17°) potrebbe aumentare il rischio di insorgenza di sindrome femoro-rotulea, perché possono generare un aumento delle forze che trazionano lateralmente la rotula.
Sebbene la sindrome algica possa essere causata da un trauma rotuleo, spesso è l’esito di una combinazione di diversi fattori (poliedricità causale) che vedono, fra i fattori più comuni l’overuse ed il sovraccarico dell’articolazione femoro-rotulea in presenza di anomalie biomeccaniche o alterazione del tracking rotuleo, debolezza muscolare, squilibrio o disfunzione dell’azione muscolare: l’orientamento e l’allineamento della rotula sono un elemento fondamentale in quanto una lateralizzazione (sublussazione rotulea) potrebbe causa un sovraccarico funzionale rotuleo o sulla zona articolare del femore, con conseguente insorgenza di dolore. L’orientamento della rotula può essere (leggermente) differente non solo fra due soggetti diversi ma anche tra il ginocchio sinistro e quello destro nello stesso individuo e può essere il risultato di malallineamenti anatomici, con conseguenti squilibri muscolari o anomalie biomeccaniche; allo stesso modo gli squilibri muscolari o le anomalie biomeccaniche possono causare una deviazione rotulea e provocare la sindrome femoro-rotulea.
Lo scorrimento laterale (glide), l’inclinazione laterale o la rotazione laterale della rotula, possono causare un overuse della parte laterale della superficie articolare della rotula e provocare dolore o fastidio, come conseguenza dello squilibrio fra i vettori generati dal muscolo vasto mediale (ipotonico) ed il muscolo vasto laterale (ipertonico); anche la bandelletta ileotibiale (eccessiva forza laterale sulla rotula che provoca una rotazione esterna della tibia) o il retinacolo laterale, nel caso in cui vi sia uno squilibrio o una debolezza in una di queste strutture, sono in grado di creare una deviazione della rotula. Anche alla presenza di iperestensione del ginocchio (ginocchio a sciabola), di torsione laterale della tibia, di ginocchio valgo o ginocchio varo, d’irrigidimento della bandelletta ileotibiale, un ipertono dei muscoli ischiocrurali o del muscolo gastrocnemio possono essere responsabili del dolore femoro-rotuleo.
Anche se il dolore e il fastidio sono localizzati nel ginocchio, l’origine del problema può essere distale, derivando dalla presenza di piede piatto (pronazione) o di piede cavo (supinazione): la pronazione del piede causa una rotazione interna compensatoria della tibia o del femore che altera il meccanismo femoro-rotuleo, mentre la supinazione del piede offre una minore ammortizzazione per la gamba quando colpisce il terreno, quindi la sollecitazione (stress) del meccanismo femoro-rotuleo è maggiore; anche la cinematica dell’anca può influenzare anche il ginocchio, come nel caso in cui si verifichi una debolezza dei muscoli abduttori dell’anca, con un aumento dell’adduzione dell’anca, soprattutto nelle attività sportive come la corsa o nel ciclismo (ove si crea un valgo dinamico), nei salti, nei piegamenti con accosciata o nella salita e (soprattutto) nella discesa delle scale.
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