tavolato occlusale

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definizione

Costituito dall’insieme delle superfici masticanti dei denti superiori ed inferiori, compresi i denti anteriori, e rappresenta la superficie su cui si svolgono la masticazione del cibo: i movimenti mandibolari influiscono in modo decisivo sulla conformazione delle superfici masticanti dei denti.

Nella cavità orale si distinguono denti frontali e denti posteriori: ai primi appartengono incisivi e canini, ai secondi premolari e molari; gli incisivi (il cui nome deriva dal fatto che sono denti adatti a incidere il cibo), sono provvisti di un bordo incisorio (margine incisale) che, negli incisivi inferiori, si articola con il terzo medio palatino degli incisivi anteriori superiori. Nel canino, invece, si distingue un’unica cuspide, che permette a questi denti di esplicare la propria caratteristica funzione lacerante.

Nei denti posteriori, infine, la nota morfologica più evidente è rappresentata dalla forma cuboidale delle corone, la cui faccia occlusale presenta da 3 a 5 cuspidi collegate tra loro dalle creste, separate da solchi e fosse.

cuspidi – creste – solchi – fosse

A seconda di come le varie cuspidi si articolano con le cuspidi dei denti antagonisti, sono distinte in cuspidi lavoranti (cuspidi di stampo o cuspidi di centrica), localizzate a livello palatale superiore e vestibolare inferiore, cuspidi bilancianti (cuspidi di taglio o cuspidi eccentriche o cuspidi trancianti) corrispondenti a quelli linguali inferiori e vestibolari superiori: ciò che differenzia i due gruppi è la funzione masticatoria esercitata in quanto le cuspidi di stampo esercitano (con le fosse e le creste antagoniste) una funzione triturante sul cibo (pestello in un mortaio), mentre le cuspidi di taglio si comportano con le cuspidi di stampo antagoniste come le lame di una forbice, favorendo il taglio dei cibi in pezzi più facili da triturare; questa azione di taglio risulta tanto maggiore quanto più esse passano vicine alle cuspidi di stampo antagoniste sul lato di lavoro, cuspidi con le quali, tuttavia, non devono mai entrare in contatto durante i vari movimenti mandibolari, per non creare interferenze.

Le creste sono delle protuberanze convesse presenti sulle cuspidi e marginalmente ad esse; si dividono in creste marginali, che raccordano tra loro le cuspidi e delimitano all’esterno la superficie occlusale, e in creste triangolari, che decorrono dall’apice delle cuspidi fino al solco principale mesio-distale e sulla cui superficie convessa si situa il punto
di contatto con le cuspidi antagoniste. Vengono invece indicate come creste triangolari esterne le porzioni vestibolari e linguali del dente che decorrono dall’apice delle cuspidi alla sua massima convessità.

Mentre le cuspidi e le creste rappresentano le parti collegate ed acuminate della superficie apicale del dente, i solchi e le fosse rappresenterebbero le depressioni che le dividono: si dividono in solchi principali, che separano le cuspidi, ed in solchi secondari, che percorrono i versanti delle varie cuspidi con direzione variabile.

Nei denti bicuspidati è presente un solo solco principale, il solco mesio-distale, che divide il dente in una metà vestibolare e una linguale, separando le cuspidi di stampo da quelle di taglio; nei denti a più di due cuspidi, a questo solco si aggiungono uno o più solchi intercuspidali che originano dal solco mesio-distale e si dirigono vestibolarmente o lingualmente, separando tra loro le cuspidi dello stesso lato: la direzione dei vari solchi dipende quasi esclusivamente dalla cinematica mandibolare, in quanto i solchi stessi rappresentano la “via di accesso e di fuga” delle cuspidi in movimento e partecipano quindi attivamente a garantire la disclusione immediata.

Tra i solchi secondari si distinguono i solchi di protrusiva (favoriscono il passaggio delle cuspidi centriche antagoniste durante il movimento di protrusione), i solchi di lavoro (caratterizzati dalla direzione convergente verso le fosse centrali, che servono da “corridoio di accesso” sul lato di lavoro per le cuspidi centriche antagoniste che si dirigono verso le fosse stesse) ed i solchi di non lavoro (servono da “via di fuga” reciproca sul lato bilanciante per le cuspidi centriche che lasciano le fosse).

Le fosse rappresentano il punto di unione dei solchi principali e nei molari costituiscono l’origine dei movimenti eccentrici delle cuspidi di stampo antagoniste. In genere, ma non sempre, accolgono le cuspidi antagoniste in occlusione.

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