ultimo aggiornamento: 13 Marzo 2025 alle 16:33
definizione
Lo stato derivante dall’applicazione di una o più forze di trazione; dal latino tensio, derivato di tendĕre (→ tendere), indica l’azione del tendere e lo stato di ciò che è teso: il fatto di tendersi, di compiere cioè uno sforzo particolarmente intenso, per associazione porta a descrivere uno stato di intensa eccitazione o eccitabilità, di forte preoccupazione, di ansia, spesso associata al desiderio di raggiungere uno scopo o comunque di giungere a una condizione di appagamento che ristabilisca l’equilibrio e la distensione psichica.
La tensione di un muscolo indica la forza che il muscolo stesso, attraverso la contrazione delle proprie fibre, è in grado di applicare attraverso le proprie entesi, ai capi articolari, al fine di compiere un lavoro: quando un muscolo si contrae sviluppa forza, definita appunto tensione, accorciandosi ed esprime la maggiore forza quando si trova in un range di lunghezza approssimativamente intermedio fra il massimo allungamento ed il massimo accorciamento; il diagramma lunghezza-tensione mette in relazione la forza espressa da una fibra muscolare in base alla lunghezza della stessa, ovvero la tensione sviluppata come variabile dipendente dalla lunghezza dei sarcomeri all’inizio della contrazione.
Occorre distinguere la tensione di un muscolo in contrazione dalla tensione muscolare: spesso, con questo termine, si intende una condizione di rigidità a carico della muscolatura scheletrica, che impedisce la corretta funzionalità della stessa limitando la mobilità delle articolazioni, come conseguenza di ansia, distress o disconfort che creano posture scorrette (posture antalgiche) per lunghi periodi di tempo: se la tensione muscolare diventa prolungata o addirittura costante, il muscolo si accorcia in maniera permanente, con conseguente insufficiente apporto di sangue ai muscoli, irrigidimento e fibrotizzazione del tessuto muscolare, con l’insorgenza di algia o dolore sordo che possono cronicizzare.