ultimo aggiornamento: 17 Marzo 2025 alle 22:58
definizione
Chiamata, spesso, anche con al locuzione “Medicina Ippocratica”, la teoria umorale è una visione filosofica dell’universo, applicata alla cura dell’essere umano: può essere definita come una delle prime teorie eziologiche della storia della medicina.
la teoria umorale
A differenza della visione salvifica, che considera le malattie come espressione della volontà divina o della magia e che vede la patologia come punizione comminata dagli dei capricciosi o come “mal occhio” o “cattiva sorte” o, peggio ancora sortilegio o “malanimo”, Ippocrate di Kos associa il “πάθος” (pathos, cioè la sofferenza), dal greco πάσχειν (paschein → soffrire [nell’animo], emozionarsi) agli squilibri fra gli umori, presenti all’interno dell’uomo e la disarmonia rispetto all’ecosistema che lo circonda. Il buon funzionamento dell’organismo dipenderebbe dall’equilibrio degli elementi che crea una crasi armonica, definita «eucrasia», mentre il prevalere dell’uno o dell’altro umore, un’alterata mescolanza, causerebbe la malattia ovvero «discrasia».
La base del suo pensiero era la “vis medicatrix naturae”, ovvero la forza curatrice naturale; il corpo umano, secondo questa teoria, sarebbe animato da una forza vitale tendente per natura a riequilibrare le disarmonie che comporterebbero poi l’insorgere della malattia, pertanto la salute (il ben-essere) o la sua compromissione (mal-essere, malattia, morbo …) dipenderebbero dalla perdita dell’equilibrio dell’individuo piuttosto che dall’azione di agenti esterni o di interventi divini: la guarigione diviene pertanto un percorso che si esplica grazie alla stimolazione di questa forza vitale, perché per Ippocrate la Natura è il medico delle malattie. La salute è identificabile con il perfetto equilibrio degli umori, la malattia con il loro squilibrio e la presenza insufficiente o eccessiva di uno dei quattro principi: l’alterazione della combinazione degli umori è ascritta a fattori legati alle “intemperie”, quali la dieta, i miasmi, le stagioni e il clima e lo scopo della terapia è ristabilire l’equilibrio andato perso.
Pertanto l’eziologia dello squilibrio deve essere ricercata nell’alterazione degli umori, che definiscono il temperamento della persona, e sono, di fatto, (nella concezione Ippocratica) assimilabili ai fluidi corporei: atrabile, bile gialla, flegma e umore rosso.
L’idea di fondo trae origine dagli studi di Anassimene di Mileto, che introdusse la teoria dei quattro elementi nel pensiero greco, dove Acqua, Aria, Fuoco e Terra costituivano la totalità del mondo. Questo concetto è comune a quasi tutte le cosmogonie, dove dall’equilibrio di questi quattro elementi dipendeva la stabilità cosmica; questa visione filosofica viene ripresa da Empedocle, che “arricchisce” i quattro elementi (le “radici”) con le manifestazioni di riferimento: il Fuoco è caldo e secco, l’Acqua fredda e umida, la Terra fredda e secca, l’Aria calda e umida (l’umidità, sin dal tempo degli Egizi era considerata l’origine della vita e del mondo, dove una delle divinità più antiche, Tefnut, governava le piogge e la rugiada, contrapposta al fratello Shu, che governava l’aria secca).
Occorre ricordare che, nell’antichità, il numero quattro è il modello di un recinto sacro (come un tempio), rappresentando al contempo sia i quattro simbolici punti cardinali, sia la simmetria dei lati opposti: se il cerchio è perfetto, il quadrato è giusto, in quanto rappresenta la Terra e la Legge, tutto ciò che è creato. Il numero quattro si basa tra l’altro sul principio pitagorico della τετρακτύς (tetraktys → tetraedro), posto a fondamento di ogni fenomeno della natura, per cui alle quattro qualità elementari (secco, freddo, umido, caldo) corrispondono quattro stagioni (autunno, inverno, primavera, estate), quattro età della vita (infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia), e quattro momenti della giornata.
Le quattro manifestazioni degli elementi sono “somatizzate” nei quattro fluidi che scorrono nel copro dell’essere umano:
→ la bile nera (atrabile) – legata alla terra, con proprietà di secchezza e freddo ed ha sede nella milza.
→ la bile gialla – legata al fuoco, con proprietà di secchezza e caldo ed ha sede nel fegato.
→ il sangue – legato all’aria, con qualità di umidità e caldo, che ha sede nel cuore.
→ il flegma – legato all’acqua, con qualità di umidità e freddo che si trova nella testa.
Mente e corpo sono un’unica realtà, pertanto quello che si verificava nella mente ha effetti sull’organismo, e viceversa: il predominio di uno degli umori genera, di conseguenza un temperamento specifico in una persona.
Galeno, medico romano, integrò questa teoria segnalando come lo squilibrio degli umori influenzasse il nostro modo di essere, di sentire, di pensare e di comportarci: a lui si deve l’idea che esistano quattro macro-temperamenti derivanti dagli umori governanti:
→ temperamento collerico – rappresenta chi ha una grande quantità di bile gialla: contraddistinto da un temperamento passionale, un’enorme vitalità e la tendenza ad arrabbiarsi facilmente.
→ temperamento sanguigno – in questo caso predomina l’elemento del sangue: le caratteristiche di questo temperamento sono la sicurezza di sé, l’allegria, l’ottimismo, l’espressività e la socievolezza.
→ temperamento flemmatico – caratterizza chi ha una prevalenza di flegma nell’organismo: le persone flemmatiche sono riflessive, giuste, tranquille, senza grandi capacità di impegno e un po’ pigre.
→ temperamento melancolico – contraddistingue le persone che nell’organismo presentano una predominanza di bile nera: di temperamento triste, piuttosto suscettibile e sono portati alle attività artistiche.
La teoria umorale ha tuttavia il merito di essere stata il primo vero tentativo di classificare i diversi temperamenti dell’essere umano, riuscendo a cogliere come le emozioni abbiano un riferimento anche fisiologico.
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