ultimo aggiornamento: 27 Febbraio 2025 alle 19:54
definizione
Conosciuta anche come nevralgia del trigemino: è un disordine neuropatico che causa episodi di intenso dolore neurogeno localizzato a occhi, labbra, naso, cuoio capelluto, fronte, aree cutanee esterne, dentatura e mucose interne della mascella e della mandibola; algia (dal greco ἄλγος → dolore ) del nervo trigemino, dal latino trigemĭnus (→ triplice), composto di tri– (→ tre)» e gemĭnus (→ gemello), con riferimento alla tripartizione della radice sensitiva di questo nervo che prende origine dal ganglio di Gasser: il nervo trigemino (V° nervo cranico) è così denominato in quanto suddiviso in tre rami principali (nervo oftalmico, nervo mascellare, nervo mandibolare) che provvedono alla sensibilità delle regioni superficiali e profonde della faccia (in realtà andrebbe definito quadrigemino in quanto esiste una porzione motoria che provvede alla innervazione dei muscoli masticatori) Il nervo trigemino comprende anche fibre neurovegetative per le secrezioni lacrimali, nasali, salivatorie e per la dilatazione dell’iride.
Il dolore neurogeno dovuto a nevralgia trigeminale si presenta nei territori di distribuzione di una o più diramazioni sensitive del nervo trigemino (il più delle volte quella mascellare, ma si può manifestare sulla fronte e sull’occhio, nella mandibola fino al mento o nella parte superiore della guancia) e, solitamente, monolateralmente: l’algia di tipo parossistico è lancinante, insopportabile ed a volte invalidante, della durata di pochi secondi fino a 2 minuti, anche se gli attacchi possono ripresentarsi rapidamente, fino a 100 volte/die e negli intervalli tra una crisi e l’altra, può persistere un dolore sordo di fondo, o divenire perduranti e cronici; spesso il dolore può essere scatenato da uno stimolo su trigger point facciali, durante azioni abituali quali la masticazione, lo spazzolarsi i denti, o il sorridere, la rasatura o l’applicazione del trucco.
Dormire su quel lato del viso è spesso intollerabile ed il dolore può essere così intenso da spingere il paziente al suicidio, in caso di fallimento dei presidi medici.
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