definizione
Letteralmente, dal tedesco, “dolore del mondo”, “dolore universale” o anche “dolore cosmico”; è’ un termine coniato da Johann Paul Friedrich Richter, scrittore e pedagogista tedesco vissuto nell’Ottocento (con riferimento al poeta inglese Byron), che mira a descrivere l’inevitabile dolore esistenziale che, secondo la sensibilità del Romanticismo tedesco, accompagnerebbe la sorte degli uomini, impotenti di fronte ai mali del mondo e costretti in una realtà (quella fisica) che non può mai soddisfare le domande della mente; il perpetuo, inevitabile dolore che accompagnerebbe la sorte degli uomini, una visione del rapporto tra individuo e natura, in base alla quale la realtà del mondo entrerebbe in dolorosa contraddizione con la soggettività e la libertà dell’uomo. Etimologicamente deriva da Schmerz (→ dolore ) e Welt (→ mondo ): il sentimento di tristezza esistenziale che emerge dal confronto di un ipotetico mondo idealizzato con il mondo “così com’è”.
Attualmente si utilizza weltschmerz per descrivere quella peculiare sofferenza psicologica provocata dalla consapevolezza che le proprie debolezze dipendono dall’inadeguatezza e dalla crudeltà del mondo, da circostanze fisiche e sociali, descrivendo la sensazione di “stanchezza del mondo”: un preludio ad uno stadio depressivo contraddistinto da rassegnazione ed escapismo, potendo diventare anche un disturbo mentale: il significato moderno di weltschmerz può essere paragonato al concetto di anomia.
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