ultimo aggiornamento: 30 Settembre 2022 alle 23:33
cervello: un’entità una e trina (pagina 1) ← torna
Triune Brain:
un modello interpretativo
del sistema nervoso
Paul Donald MacLean, per spiegare l’evoluzione e la differenziazione morfo-funzionale del sistema cerebrospinale, propone la presenza di tre grandi “salti” evolutivi: in primis, lo sviluppo di una forma di “cervello primitivo” nei rettili, che rappresenta il primo vero miglioramento filogenetico, rispetto agli animali privi di un sistema nervoso centrale.
A questo primo step evolutivo, si susseguono due ulteriori integrazioni successive; le “estensioni” del sistema nervoso, come spesso avviene nell’ampliamento degli edifici, vengono aggiunte esternamente al nucleo originale, per incrementare le capacità di integrazione o controllo: il sistema nervoso primigenio, meno sviluppato e complesso, viene arricchito da sovrastrutture che non sono in alcun senso separate ma che, pur essendo entità autonome che svolgono attività in qualche modo indipendenti, lavorano in modalità interdipendente con le formazioni nervose più arcaiche, perfezionando le funzioni neurologiche a livelli di maggiore complessità ed integrazione.
La matrice più arcaica (definita rettiliana o Archipallium ) è il nucleo iniziale e più caudale da un punto di vista embrionale: partendo da un rivestimento della notocorda, precursore della colonna vertebrale, ha un progressivo sviluppo del midollo spinale che procede e precede il diffondersi di forme craniali sia volumetricamente che qualitativamente più importanti, che portano alla formazione di “gangli”, cioè agglomerati di cellule nervose in grado di compiere operazioni via via più complesse, durante l’evoluzione filogenetica; dal tronco encefalico emerge una serie di microstrutture fra le quali troviamo quelle che controllano i sistemi di omeostasi (regolazione dell’organismo) e gli impulsi alla fame e alla sete nonché i flussi ormonali.
Citando Paul Donald MacLean, possiamo dire che “si pensa che il cervello rettiliano rappresenti il centro fondamentale del sistema nervoso, essendo costituito dalla parte superiore del midollo spinale, da parti del mesencefalo, dal diencefalo e dai gangli della base”: di fatto è il responsabile delle attività di base dell’organismo a livello organizzativo innato ed immodificabile, come le funzioni respiratorie, circolatorie, alimentari, locomotorie e posturali.
Il sistema limbico (o Paleopallium), che deve essere considerato a tutti gli effetti un “cervello viscerale”, si sovrappone, nel corso dell’evoluzione ai nuclei nervosi spino-midollari: “Il cervello paleo-mammaliano (sistema limbico), rappresenta un progresso dell’evoluzione del sistema nervoso, perché è un dispositivo che procura agli animali che ne dispongono, mezzi migliori per affrontare l’ambiente.”. Il suo sviluppo incrementa la capacità di creare interazioni fra i messaggi provenienti dal mondo esterno con quelli endogeni, concernendo differenti attività primarie quali il nutrimento, il sesso, le emozioni ed i sentimenti.
Paul Donald MacLean, sulla base di considerazioni funzionali ed evolutive, identifica le strutture paleo-encefaliche, ed in particolare il Circuito di Papez, come le aree responsabili dei comportamenti legati alla sopravvivenza individuale (fight-flight-fright), al soddisfacimento dei bisogni biologici, caratterizzati da spiccati correlati emozionali di carattere fisiologico (percezione di squilibri omeostatici) e psichici (componente affettiva degli squilibri fisiologici). Un altro modo di concepire il sistema limbico è vederlo come regolatore dell’R-complex.
Un ulteriore step evolutivo è rappresentato dallo sviluppo del il Neo-Pallium (neo → nuovo, pallium → strato): le strutture spino-midollari rettiliane e paleo-encefaliche risultano “incluse”, come all’interno di una conchiglia, da parte della componente più rostrale del sistema nervoso, ovvero, nell’embrione, nella porzione anteriore del tubo neurale: la neo-cortex, la cui organizzazione si struttura fortemente in base alle esperienze individuali e si caratterizza per le capacità cognitive che riesce ad esprimere, per l’apertura all’apprendimento, l’individualità e la plasticità delle risposte agli stimoli.
È innegabile che la Neo-Cortex (la porzione di cervello che è contraddistinta da circonvoluzioni e solchi), ed in particolar modo l’area frontale, sia aumentata di estensione, volume e importanza negli animali superiori, caratterizzati da una maggiore gerarchia e organizzazione sociale.
L’idea di Paul Donald MacLean è che il cervello sia organizzato in strati funzionali con compiti di controllo e, soprattutto, di inibizione sulle strutture più arcaiche: ogni nuovo strato di neuroni, più moderno da un punto di vista filogenetico, agisce inibendo quello sottostante, più antico evolutivamente parlando, coordinandone e controllandone l’attività. ““Non si sottolineerà mai abbastanza che questi tre tipi fondamentali di cervello presentano fra loro grosse differenze strutturali e chimiche. Eppure devono fondersi e funzionare tutti e tre insieme come un cervello uno e trino. La cosa straordinaria è che la natura sia stata capace di collegarli fra di loro e di stabilire una qualche sorta di comunicazione dall’uno all’altro.”
continua → R-Complex: l’istinto di sopravvivenza (pagina 3)
→ ccc (pagina 4)